Lavoro

Bari, Don Ciotti incontra lavoratori davanti a cancelli ex Om: «La nuova variante Covid è la criminalità»

Redazione online (foto Donato Fasano)

«Dobbiamo vigilare, ma soprattutto bisogna dare lavoro. Senza lavoro la società muore», così il presidente di Libera

«Dove si creano situazioni di fragilità, di vulnerabilità come la mancanza di dignità, perché il lavoro dà dignità, identità, vita alle persone, se viene a mancare questo, le mafie si infiltrano. Loro ci sono. Gli ultimi dati che sono stati raccolti sono la dimostrazione che c'è una nuova variante del Covid che è la variante criminalità». Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, oggi a Bari per un incontro con gli operai della zona industriale del capoluogo pugliese davanti ai cancelli della ex Om Carrelli, organizzato da Libera con le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Quello del lavoro «è un problema urgente e per i problemi urgenti ci vogliono risposte urgenti, uno scatto in più da parte di tutti» ha detto don Ciotti.

"Dobbiamo vigilare, ma soprattutto bisogna dare lavoro. Senza lavoro - ha continuato - la società muore. Noi dobbiamo fare in modo che questi amici, queste amiche che stanno lottando per la loro dignità, per la loro famiglia, per i loro figli non possono essere lasciati soli. Questa è una responsabilità di tutti. Il problema più grave non è solo di chi è coinvolto e che non fa quello che deve fare, ma di chi guarda e lascia fare». «Dobbiamo essere cittadini non a intermittenza - ha concluso - e dobbiamo essere cittadini responsabili. Il problema degli altri è un problema anche nostro, il problema di questi lavoratori è un problema che deve essere di tutti, non dobbiamo lasciarli soli».

«In questi ultimi due anni tutti a parlare di pace ma era una pace armata, perché durante il periodo del Covid, mentre parlavamo di pace, tutti preoccupati per questa pandemia che ci ha toccato la faccia di questo mondo, una guerra perché ci sono stati milioni di morti, le spese per le armi sono fortemente aumentate, mentre sono diminuite le spese per il sociale, per l’istruzione nel mondo, le spese militari guarda caso nel momento drammatico sono aumentate». Lo ha detto a Bari don Luigi Ciotti, presidente di Libera, partecipando ad un incontro con i lavoratori.
«Allora - ha detto don Ciotti - noi dobbiamo fermarci a riflettere, ma non dimenticarci che questa guerra ci tocca da vicino, è nel nostro Occidente, sono la nostra gente, ma vi prego di non dimenticare anche le altre 33 guerre che ci hanno accompagnato in questi anni e di cui nessuno parla. Lì ci sono altre migliaia di persone coinvolte, il 90% dei civili morti però il mercato delle armi e degli armamenti è il più florido di tutti».

«Il dialogo è fondamentale, la pace deve essere ricostruita ma ognuno si assuma la propria parte di responsabilità. E’ molto bello vedere la mobilitazione che si sta creando per non lasciare soli i nostri fratelli e sorelle di questo popolo che ci è profondamente vicino». Lo ha detto a Bari don Luigi Ciotti, presidente di Libera, partecipando ad un incontro con i lavoratori. «Per me è fondamentale - ha detto don Ciotti - che si cerchi di tutto per dialogare, per trovare una strada propositiva, per fermare tutto ciò che sta avvenendo. Bisogna tentare tutte le strade ma con molta chiarezza e determinazione». «C'è un conflitto però - ha evidenziato - che auguro a tutti, ed è il conflitto con la propria coscienza, prendere coscienza che i cambiamenti che sogniamo o desideriamo hanno bisogno di ciascuno di noi, dobbiamo avere anche noi il coraggio di avere più coraggio, ma non quando scoppiano solo le situazioni che ci travolgono, nella continuità perché i diritti li abbiamo visti calpestare, abbiamo visto tradita la nostra Costituzione e la carta delle dichiarazioni dei diritti umani è stata calpestata, le carte sono state tradite. Allora non è che piombano così questi conflitti, no, sono stati covati, ci sono responsabilità da diverse parti». «Ora - ha concluso - tocca a noi tirare fuori la forza, l’ascolto. Certo che se dall’altra parte ci sono persone fuori di testa diventa tutto complesso e molto difficile, però noi non dobbiamo mollare, dobbiamo accogliere le persone, mettercela tutta. Ho visto che in Italia c'è un fermento stupendo, li sentiamo veramente fratelli».

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