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I profughi invadono la città di Lucera, è l'arte che fa riflettere

 
Alessandro Salvatore (foto Esther Favilla)

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Alessandro Salvatore (foto Esther Favilla)

L'opera itinerante nella Giornata mondiale della Creatività e dell'Innovazione. Le sagome di migranti in fuga in cui specchiarsi

Giovedì 21 Aprile 2022, 19:09

LUCERA - «Ritrovati. Scappare dalla morte ha solo volti umani che si confondono». A Lucera, città d'arte, l'arte diventa veicolo di riflessione. Oggi, per celebrare la Giornata mondiale della Creatività e dell'Innovazione, è stato attuato un progetto ideato da un gruppo di artisti e intellettuali locali, in collaborazione con Mecenate e Talent House, coordinato dal pittore, scultore e incisore Salvatore Lovaglio,

Venti sagome ad altezza d'uomo, senza volto ma con uno specchio in cui riflettersi e molto probabilmente scoprirsi «profughi». E' l'anima del progetto «Ritrovati», un'installazione fatta di opere dispiegate in un percorso che ha unito le strade del centro storico lucerino - tra porta Foggia, porta Troia e Piazza Duomo - dove i cittadini si sono imbattuti in figure nere dal volto anonimo. Prendendo spunto dal dramma del popolo ucraino che, con oltre cinque milioni di persone è fuggito dall'orrore della guerra, l'installazione riflette sulla conduzione del fuggitivo, che non ha una unica identità, un unico spirito ed una sola geografia. «Possiamo essere tutti profughi» commentano le «impronte umane» che costituiscono gli ideatori dell'opera itinerante, ovvero il gruppo di artisti e intellettuali locali nato negli spazi di Talent House, la cross-contamination hub che ha finanziato e supportato il percorso partecipato di rivitalizzazione della realtà culturale locale. Coordinato da Salvatore Lovaglio e Mecenate Centro Studi e Promozione Arti Visive, il gruppo - composto da persone ciascuna con la propria individualità e specificità professionale - ha deciso di collaborare per creare una nuova realtà artistica e culturale che ruota sul concetto di inclusività.

Dopo essersi incontrati e confrontati per circa tre mesi, gli artisti hanno portato nelle strade della città della Capitanata un «segno» per celebrare il «Creativity Day», fondato nel 2001 in Canada e poi riconosciuto dalle Nazioni Unite. «La creatività non è solo capacità di creare con l'intelletto ma anche una particolare sensibilità verso i problemi» hanno sottolineato i costruttori dell'opera. «La ripetizione della guerra come maledizione antropologica dell'umanità, come società complessa che dimentica l'individuo, diventa il fulcro della ricerca artistica per riappropriarsi della propria identità di soggetti pensanti» si legge nel testo a cura di Emanuela Bruno che ha accompagnato l’installazione «Ritrovati» nata da un’idea della fotografa Esther Favilla. 

«Da un’intuizione condivisa è nato un progetto capace di mettere insieme più persone, più menti» ha sottolineato il maestro Lovaglio, che aggiunge: «la diversità è sempre uno stimolo per la crescita dei singoli e delle comunità. La città ha bisogno anche di questo per rinascere e ritrovarsi». L'installazione itinerante sarà visibile nei prossimi giorni, da cogliere, come migranti in fuga.

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