il caso
Bari, dopo la morte del neonato fiori e peluche fuori la culla per la vita: «Perdonaci»
«La tua mamma ha dimostrato coraggio e sarà con te ovunque tu sia»
BARI - «Perdona la nostra superficialità, il nostro silenzio e la nostra assenza». Recita così un biglietto lasciato all'esterno della culla per la vita della chiesa di San Giovanni Battista a Poggiofranco, dove nella mattinata di ieri, 2 gennaio, è stato trovato un bimbo senza vita. Fiori e peluche sono apparsi fuori lo spazio, ora posto sotto sequestro per svolgere accertamenti sul corretto funzionamento del dispositivo. «Perdona questo mondo ingiusto e incivile - continua il messaggio - la tua mamma ha dimostrato coraggio e sarà con te ovunque tu sia».
Sono due, i binari su cui si muoveranno le verifiche: da un lato l’autopsia, per accertare il momento della morte e le cause, dall’altro una consulenza sul dispositivo termico, per capire come mai né l'incubatrice né la chiamata di allerta al cellulare del parroco, don Ruccia, si siano attivate. Le indagini della Polizia, quindi, dovranno ricostruire quanto accaduto cerando di definire cosa non ha funzionato nel sistema di soccorso. A partire dalla acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
La «culla della vita» garantisce l’anonimato a chi scelga di affidarle un bambino. La ricerca dei video, quindi, non è finalizzata ad identificare la persona che ha abbandonato il neonato (tranne se l’autopsia dovesse accertare che il piccolo era già morto quando è stato lasciato nella culla), ma a ricostruire i tempi di quella che, al di là delle eventuali responsabilità, resta una tragedia.