BARI - «Cari Emiliano e Decaro, che considero parimenti responsabili di quello che sta succedendo: Bari non è vostra, non è mafiosa. Giù le mani da Bari e dai baresi ve lo diciamo noi». Lo ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina nell’aula consiliare del Comune di Bari dai parlamentari pugliesi del centrodestra in seguito alle polemiche scaturite dalla nomina della commissione di accesso, disposta dal ministro dell’Interno Piantedosi, per valutare lo scioglimento del Comune di Bari per mafia.
«Noi - ha aggiunto - siamo garantisti ma non dobbiamo voltare la testa dall’altra parte, perché la mafia vuole che noi siamo indifferenti». «Noi - ha detto Sisto - combatteremo la mafia senza se e senza ma, in una città nella quale i vigili preferiscono la mafia alle istituzioni». Sisto ha ricordato che lo scorso 23 marzo «c'è qualcuno che ha gridato che il re è nudo: è stato Michele Emiliano e lo ha detto rispetto a se stesso e a Decaro. I re finalmente sono nudi». Il riferimento è al racconto fatto dal governatore sabato mattina durante la manifestazione di solidarietà a Decaro, quando a raccontato di avere accompagnato l’allora assessore al Traffico a casa della sorella del boss Capriati. Racconto poi parzialmente rettificato dallo stesso Emiliano e smentito in toto da Decaro.
«Lo scioglimento non è nella nostra prospettiva, ma l’operazione verità sì e andremo fino in fondo». Lo ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, nel corso della conferenza stampa indetta dai parlamentari pugliesi del centrodestra in seguito alle polemiche scaturite dalla nomina della commissione di accesso, disposta dal ministro dell’Interno Piantedosi, per valutare lo scioglimento del Comune di Bari per mafia. «Il ministro - ha aggiunto - avrebbe potuto sciogliere direttamente il Comune, invece ha disposto una commissione di accesso per verificare ciò che è accaduto, non solo all’Amtab ma anche nelle altre municipalizzate».
«Il 23 marzo - ha proseguito Sisto - la verità ha bussato alla nostra città, c'è stata la confessione diretta da parte di Emiliano e Decaro di un episodio che offende la nostra città». Il riferimento è all’aneddoto raccontato dal governatore della Puglia sul presunto incontro con la sorella di un boss. «Nel video - ha detto Sisto di fronte alle immagini che scorrevano - Decaro ha ratificato il racconto con sorrisi e gesti delle mani». «Andare a casa della sorella di un boss - ha spiegato è un gesto di ossequio e riconoscimento di un potere mafioso nella città. E’ questa la città che vogliamo? Se un imprenditore fosse andato da un mafioso ad affidare un suo dipendente Emiliano, da magistrato, lo avrebbe indagato per concorso esterno in associazione mafiosa».
«Questo episodio - ha detto Sisto - è stato narrato con disinvoltura, derisione, come semplice aneddoto. Questo parla di impunità, c'è chi nella nostra città si sente intoccabile, ma nessuno lo è. Questa dichiarazione è quindi un punto di non ritorno, significa che occorre discontinuità e dobbiamo cambiare questa città». Quanto alle smentite arrivate sia da Emiliano sia da Decaro, Sisto ha detto che «Emiliano ha confermato gli episodi, dando una interpretazione filosofica. Decaro invece dice che non è mai accaduto. Le smentite sono diverse, questo vuol dire per noi che l’episodio è realmente accaduto».
COMMISSIONE VIMINALE ARRIVATA A BARI
È arrivata questa mattina al Comune di Bari la commissione di accesso nominata dal Viminale che dovrà valutare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione. La commissione è composta da Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza.
I componenti della commissione sono stati ricevuti dal segretario generale, avvocato Dino Susca, che è la figura istituzionale referente per le attività di accesso. Successivamente hanno incontrato il sindaco, Antonio Decaro. L'incontro, riferiscono fonti comunali, è stato breve e cordiale.
LE UNDICI DOMANDE POSTE DAL CENTRODESTRA AL SINDACO
Sono 11 le domande che i parlamentari di centrodestra vogliono rivolgere al sindaco di Bari, Antonio Decaro, per chiarire la posizione del Comune rispetto alla malavita organizzata. I quesiti sono stati resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa. I parlamentari vogliono sapere perché il sindaco non si sia reso conto «di ciò che accadeva nella municipalizzata Amtab», finita sotto commissariamento, e perché non abbia mai voluto discutere in Aula della situazione dell’azienda.
Chiedono anche perché Decaro «lo scorso 27 febbraio, un giorno dopo gli arresti, abbia consentito a molti consiglieri della sua maggioranza di uscire dall’Aula» e perché non abbia reso noto agli stessi «consiglieri e alla città la narrazione del presidente dimissionario di Amtab, Perichella».
Le domande successive sono sul perché il sindaco non racconti "il motivo delle dimissioni continue del management di Amtab negli ultimi otto mesi» e perché non accolga «l'invito del centrodestra a convocare una seduta monotematica del consiglio comunale per discutere dei 130 arresti».
I parlamentari vorrebbero inoltre sapere perché Decaro, "negli ultimi otto anni come presidente dell’Anci, non abbia mai fatto obiezioni sui 137 accessi disposti dal Viminale, qualificando come atto di guerra quello di Bari» e perché continui a «sfuggire ai confronti».
Vorrebbero sapere perché il sindaco rinneghi «ogni rapporto di conoscenza con Maria Carmen Lorusso» e con «Giacomo Olivieri, con il quale ha condiviso le primarie del 2014».
L’undicesima domanda riguarda la foto pubblicata oggi da alcuni quotidiani, che ritrae il sindaco con due donne che sarebbero la sorella e la nipote del boss Capriati. I parlamentari chiedono a Decaro se sia vera.