Il fatto
Bari, salvati 5mila libri dalla scuola Melo: erano stati abbandonati nei cartoni
Il personale dell'istituto del quartiere Libertà li ha sistemati. Ora la catalogazione
Complesso il rapporto tra libri e grandi eventi storici (che senza libri sarebbe difficile tramandare). Dall’incendio della Biblioteca di Alessandria, nell’antichità, al fuoco nazista che ne bruciò migliaia all’indomani dell’avvento di Hitler in Germania, è come se ci fosse un conto in sospeso, un’eterna lotta tra bene e male incarnata nel confronto tra i libri - testimoni dell’umanità e del tempo - e i grandi eventi che hanno cambiato il mondo: troppo spesso in peggio.
Pandemia - Certo non poteva mancare all’appello il coronavirus. Il rapporto tra libri e pandemia ha due facce anche nel nostro piccolo: la prima ha portato con sé una paradossale opportunità di crescita della lettura grazie al tempo dilatato dalla forzata permanenza in casa. D’altro canto, però, tanti che volevano leggere durante il lockdown non avendo a disposizione libri né possibilità economiche per acquistarli sono inevitabilmente rimasti privi di quella opportunità.
Il coronavirus, insomma, non sarà stato invasivo come il fuoco - «devastante consorte dei libri d’ogni tempo» come lo definisce lo storico Luciano Canfora in un testo dedicato proprio alla distruzione della Biblioteca di Alessandria (La biblioteca scomparsa, Sellerio), ma, imponendo la sua circolazione, ha interrotto in qualche modo quella dei libri appartenenti al patrimonio pubblico. E interrompendosi la circolazione dei libri si interrompe quella delle idee.
Salvataggio - E a proposito di idee, di circolazione e di tempo sospeso, l’Associazione di promozione sociale formata dai genitori degli alunni della scuola «Marconi» ha colto l’occasione della ripresa delle attività per rilanciare l’idea di una biblioteca destinata all’area urbana dei quartieri San Girolamo, Fesca, Marconi e San Cataldo. Spiega Terry Marinuzzi, che fa parte dell’Associazione dei genitori: «Si tratta di circa 5mila libri, un patrimonio immenso. Appartenevano alla scuola “Melo”, istituto del quartiere Libertà chiuso nel 2014. Sono stati censiti attraverso un inventario». I libri sono stati trasferiti alla scuola “Marconi”. «Sono stati messi nei cartoni - continua a raccontare Terry Marinuzzi - depositati in un locale della scuola dell’infanzia “Marconi”. Noi del comitato non sapevamo ci fossero tutti questi libri rimasti in un salone chiuso a chiave.
«Porta magica» - Dopo l’aggregazione della “Marconi” all’istituto “Duse”, è stata stipulata una convenzione triennale che ci ha affidato i locali al primo piano della scuola dell’infanzia. Abbiamo avviato la risistemazione del piano, abbiamo aperto quella “Porta magica” trovando una stanza stracolma di cartoni. Perché non ci sono solo i libri della scuola “Melo” ma anche libri donati negli anni dai genitori della scuola “Marconi”. Un grande patrimonio. Si tratta di libri registrati ma ora c’è bisogno di creare un archivio di consultazione e prestito. Ci impegneremo - sottolinea Terry Marinuzzi - per organizzare una biblioteca di quartiere. Paradossalmente tra quei libri c’è poca letteratura per l’infanzia e più libri destinati ai più grandi. Abbiamo ripreso un lavoro che era appena iniziato prima del blocco. In questi giorni i collaboratori scolastici hanno estratto i libri dai cartoni, li hanno puliti e trasportati negli armadi. Ora dobbiamo partire con il lavoro di catalogazione e abbiamo chiesto il via libera con una lettera al preside Marchitelli».
Paradosso - S ul filo del paradosso, il ragionamento di Marinuzzi apre possibilità: «Si parla di distanziamento. Nel momento in cui possiamo avviare il servizio e prestare i libri tenderemmo la nostra mano verso un’altra mano. Così sarebbe il libro a ricongiungerci, a ridurre le distanze fisiche, ad affidare pensieri reciproci. Un lettore poco abituato potrebbe chiedere di leggere poesie. E perché non suggerirgli, per esempio, Hikmet e dirgli: leggilo, ti ci ritroverai. Anche se con i guanti e la mascherina ti cedo un libro e tu lo accogli, quello è un gesto di umanità che dobbiamo difendere. Un libro diventa allora un simbolo e non solo uno strumento che veicola pensiero e “contatto”. Torna a svolgere quel ruolo di cibo per la mente e l’anima che è un ruolo d’amore per tutta l’umanità».