Il decalogo (+1)

Sesso, cibo, areazione, solidarietà: cosa fare (e non fare) in questi giorni

Nicola Simonetti

Il clima incandescente mina la salute e l’equilibrio non solo dei soggetti fragili: ecco qualche consiglio

«Mamma mia che caldo!». Lo dicevano anche i nonni che se ne difendevano creando, in casa, astute correnti di aria e, di sera, permanevano sul balcone, in canottiera, i piedi nell’acqua della bagnarola in cui galleggiavano (per i più abbienti) pezzi di ghiaccio. Quindi
1) «Fatte curaggio… Adda passà ‘a carontata» (da Caron dimonio, con occhi di bragia);
2) Il «moglie mia non ti conosco», quest’anno, è anticipato con modifica in «luglio… non ti voglio».
Una massima sessista che, evidentemente, non varrebbe per la non moglie o la «comare» o il sesso pagato (all’epoca, le case chiuse erano ugualmente accorsate). Chi fa ricorso a Viagra e dintorni, non ne abusi e, soprattutto, non raddoppi/aumenti la dose. Passione ed amore ispirino il talamo e non solo. Bando alle pretese e, più che mai, alle costrizioni. Libertà vo cercando… anche a letto.
3) Aria condizionata o ventilatore aiutano. Quale va meglio? L’aria condizionata migliora le condizioni ambientali e genera benessere e sicurezza (con manutenzione attenta specie per filtri) se manterremo la temperatura inferiore di oltre 7 gradi rispetto a quella dell’ambiente e, in media, di 24-26 gradi).
I ventilatori accelerano il movimento dell’aria e non abbassano la temperatura ambientale, stimolano la sudorazione e, quando la temperatura interna supera i 32°, è sconsigliato. Non abusare della doccia: sia breve, iniziare sempre con l’acqua calda (d’estate, tiepida) e concludere con quella fredda che, in tal modo, risulterà meno sgradevole.
4) Alimentazione leggera. No a ragù, intingoli, cibi ultra-processati, con additivi e formulazioni industriali ottenute con 5 o più ingredienti.
5) Misura essenziale di precauzione è bere spesso liquidi (non alcolici) non freddi ma freschi e non attendere la sete per farvi ricorso. Mangiare molta frutta e verdure fresche che contengono moltissimi liquidi, sali minerali, vitamine, antiossidanti e fibre capaci di far fronte a carenze ed emergenze del corpo e della mente.
6) Sopportano peggio: chi vive da solo, più vulnerabile così come gli anziani, le gravide, lattanti, bambini, i non autosufficienti; i lavoratori non protetti come per legge, chi fa uso di alcol e droghe; chi è in disagiate condizioni socio- economiche (provideant consules ma anche noi, chiunque).
7) L’iperteso, il diabetico, il nefropatico e i portatori di malattie croniche chiedano al proprio medico l’opportunità di eventuale modifica della terapia in atto.
8) Non uscire nelle ore più calde né impegnarsi in ginnastica e sforzi fisici ed evitare l’esposizione diretta al sole tra le 11 e le 18 (riscopriamo l’utilità della «paglietta»), usare occhiali da sole.
9) L’abitacolo dell’auto va ventilato prima di entrarvi e il condizionamento deve essere usato con discrezione evitando entrate-uscite rapide;
10) L’egoismo non ci sommerga. Vicino a noi troveremo sempre una persona, un animale, una situazione critica cui impegnarci per risolverla. Per quanto ragionevolmente ci sarà possibile.

11) Viva viva la pennichella: fa bene anche al cervello, ritarda la vecchiaia ed allunga la vita. Il caldo estivo favorisce la voglia di dormire durante il giorno. La Società Italiana di Neurologia,sulla base anche di nuovi importanti studi scientifici, sottolinea i benefici della siesta. “Secondo uno studio appena pubblicato dalle Università di Montevideo e Londra e dal Center for Genomic Medicine di Boston e dal Broad Institute di Cambridge – afferma il Prof. Alfredo Berardelli, Presidente della Società Italiana di Neurologia–  esiste una predisposizione genetica alla siesta che al contempo sembra essere associata a un maggior sviluppo cerebrale e a un ridotto rischio di malattia di Alzheimer. Ma vietato poltrire. Fan meglio le siste brevi. I  benefici cerebrali si evidenziano con una siesta compresa fra 5 e 15 minuti e possono protrarsi fino a 1 o 3 ore dopo il sonnellino pomeridiano.

Se la siesta supera mezz’ora invece si osserva un transitorio deterioramento delle performance cognitive.

Lo  studio ha esaminato circa 500mila soggetti di ambo i sessi con età compresa fra 40 e 69 anni valutandone le variazioni geniche ed imaging cerebrale ed è risultato che la predisposizione genetica al sonnellino diurno era associata a un volume cerebrale totale maggiore di 15,80 cm3, che secondo gli autori potrebbe suggerire che regolari sonnellini diurni forniscono una certa protezione contro la neurodegenerazione, compensando la carenza di sonno notturno” (prof.Giuseppe Plazzi, ’IRCCS Istitutodelle Scienze Neurologichedi Bologna). Questa scoperta potrebbe indicare: chi abitualmente fa la siesta ritarda fra i 2,6 e i 6,5 anni il proprio invecchiamento cerebrale.

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