Ad essere attaccata è la mielina

Sclerosi multipla - Trattamento orale

Nicola Simonetti

Dichiarazioni della prof. Maria Trojano, direttore Neurologia Università di Bari

Sclerosi multipla (SM), ovvero la contestazione interna del sistema immunitario creato apposta per difendere l’organismo da qualsiasi “estraneo” che lo minacci e che, invece – non è ancora noto il perché - gli si rivolta contro trattandolo come “nemico” ed è subito malattia autoimmune, cronica e infiammatoria del sistema nervoso centrale.

Ad essere attaccata è la mielina e, quindi, è prevalentemente compromesso il flusso delle informazioni che attraversano i nervi.

La SM è il più comune disturbo neurologico disabilitante d’origine non traumatica nei giovani adulti, che colpisce circa 2,3 milioni di persone nel mondo (la maggior parte in età di 20-40 anni; è due volte più frequente nelle donne).

Nell’85% dei casi la patologia è di tipo recidivante-remittente.

Non esiste, tuttora, nonostante i notevoli progressi registrati nello studio della malattia, una cura risolutiva per la SM, ma sono disponibili trattamenti che possono rallentarne il decorso.

Recente è la disponibilità, riconosciuta dal SSN, della Cladribina compresse (nome non commerciale).

Si tratta del primo trattamento, per questa forma di SM, che permette di raggiungere fino a 4 anni di controllo della malattia, sotto controllo sanitario.

“Dopo un lungo viaggio durato oltre 10 anni – dice il Giancarlo Comi,  professore onorario di Neurologia Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -   anche i pazienti avranno finalmente a disposizione una nuova opzione terapeutica, che rappresenta il primo trattamento orale per la forma recidivante di sclerosi multipla ad elevata attività e che, grazie al suo particolare meccanismo d’azione, consente una somministrazione per massimo 10 giorni all’anno in un arco temporale di 2 anni e con i 2 anni successivi liberi da trattamento. Lo sviluppo di questo trattamento  ha potuto contare su un notevole contributo da parte della ricerca italiana, che, nell’ambito della neurologia, costituisce un’eccellenza a livello mondiale”.

“Avere a disposizione terapie efficaci è un elemento fondamentale da prendere in considerazione nella scelta del trattamento per i pazienti, a cui deve aggiungersi un profilo di sicurezza ben definito. La SM – dichiara la Prof.ssa Maria Trojano, Professore Ordinario di Neurologia Università degli Studi Bari, Direttore Clinica Neurologica del Policlinico di Bari - La SM ha un forte impatto sulla salute e sulla qualità di vita del paziente: 1 su 2 smette di lavorare a causa della sclerosi mutlipla, l’aspettativa di vita si riduce in media di 10 anni, per non parlare degli alti costi collegati alla progressione della disabilità e alle recidive. Cladribina compresse, consentendo somministrazioni e monitoraggi meno frequenti, può consentire al paziente di gestire al meglio la propria quotidianità ottenendo una migliore qualità di vita”.

Il principio attivo – dice Diego Centonze, ordinario di neurologia, università Roma Tor Vergata -  si basa su studi che hanno coinvolto nei programmi di sperimentazione clinica più di 2.000 pazienti. Si tratta di numeri importanti che consentono di avere un profilo di sicurezza ben definito e rappresentano sicuramente un valore aggiunto di questo trattamento”.

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