Roma, Sud
Se l'estate galoppa tra libri e politici
Stagione di abbronzature, svago e letture a bordo piscina o in montagna, sotto ombrelloni sempre più cari o nei bar
Prima l’assedio di Caronte e Cerbero; quindi il blitz rinfrescante di Circe; e chissà quale altra trovata lessical-climatica ci aspetta, perché se è vero che agosto è pienamente iniziato possiamo ancora attendere qualche settimana prima di rispolverare la vecchia hit dei Righeira e decretare che l’estate sta finendo.
Stagione di abbronzature, svago e letture, a volte inattese e stravaganti, a bordo piscina o in montagna, sotto gli ombrelloni sempre più cari o nei bar che più di ogni altro elemento rappresentano la continuità ormai dispersa tra le estati degli anni Sessanta e quelle contemporanee; i bar con i loro banconi per gelati – ultimo baluardo dove trovarci giornali di carta appoggiati sopra – i ghiaccioli variopinti, i ventilatori da soffitto che producono più rumore che fresco. Stagione di cronache, perché la calura risveglia il gusto del giallo, vecchio o nuovo non importa, e così ecco tornare puntualmente il delitto mai risolto di Simonetta Cesaroni a via Poma, nel mezzo di un agosto ormai lontano nel tempo, mentre le radio gracchiano tormentoni da spiaggia e le riviste rilanciano gossip su vip veri e presunti.
A proposito di vacanze: resiste, tra le mete predilette, la Puglia delle spiagge dal Gargano fino al Salento più profondo. Resiste, o è ancora in pieno boom? L’interrogativo passa di conversazione in conversazione, sui prezzi troppo alti o sull’accoglienza da ricalibrare, ma nel frattempo si registrano tutti esauriti diffusi e persino parecchia Montecitorio/Chigi si è spostata sulle località pugliesi. Una transumanza, quella della Roma potentona come la chiama Dagospia, preannunciata già in giugno con il simposio nella masseria di Bruno Vespa, propaggine estiva della nota terza Camera televisiva; nuova edizione del Forum a Manduria, con pienone di ministri e menu local in chiave stellata.
Dopodiché, per scampare al Ferragosto romano incendiato non soltanto dalle temperature ma anche da qualche patata bollente di troppo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni pare abbia scelto di tornare in valle d’Itria, location top secret ma con probabile famiglia al seguito e dunque possibile aggiunta di ministro in carica. Scelta non isolata e comunque bipartisan, quella di Meloni, viste le presenze annunciate o segnalate di deputati del Movimento cinque stelle, del Partito democratico e di Forza Italia. Idealmente a fare da padroni di casa i pugliesissimi Francesco Boccia e Raffele Fitto, due che tra Montecitorio e Palazzo Madama hanno un certo peso.
A una Puglia traboccante di movida e potere in versione balneare, fa da contraltare per una volta una Roma prevalentemente svuotata, con le cicale che assordano i vialoni alberati semideserti e i cantieri aperti per la lunga vigilia del prossimo Giubileo. Metropolitane in manutenzione, chilometri di strade urbane da risistemare, l’eterna crisi dell’immondizia da risolvere. Con il gran teatro della politica che ha mollato gli ormeggi, su Montecitorio e palazzo Chigi i gabbiani se la comandano più di quanto già non facciano nel resto dell’anno.
A provocare scosse telluriche ci ha pensato Travis Scott con il suo concerto al Circo Massimo, scatenando una psicosi da terremoto. La cronaca cittadina, nel frattempo, racconta di un blackout a Cinecittà World, il parco divertimenti alle porte della città. Un incidente che ha lasciato un gruppo di visitatori bloccato in cima alle montagne russe; fortunatamente il guasto è stato presto risolto e la giostra ha ripreso a girare, proprio come ricomincerà a farlo tutto il Paese quando arriverà il momento di rispolverare quella vecchia canzone dei Righeira.