«Ciarderie»

«Uno come lui nasce ogni morte di Papa»

Gianni Ciardo

È passata la Pasqua e pure la Pasquetta. Non è stata una Pasqua come le altre. Ce la ricorderemo per anni. In particolare la Pasquetta

Buongiorno! Oggi 28 aprile il nostro lunedì è tornato. Puntuale. Mi è mancato molto. È passata la Pasqua e pure la Pasquetta.
Non è stata una Pasqua come le altre. Ce la ricorderemo per anni. In particolare la Pasquetta.
Non metterò nero su bianco i motivi, per rispetto e anche perché li conosciamo tutti. Quello che posso dire è che mai come questa volta il detto popolare «morto un Papa se ne fa un altro» non vale. Semmai potrei dire che persone come Franciscus ne «nascono una ogni morte di Papa».
E qui chiudo anche perché rischio di diventare triste e per voi che leggete è un lusso che non posso permettermi.
È passata Pasqua e pure Pasquetta.
Cara Pasquina mia sei la mia vita, che tu lo vuoi sapere ti voglio per Zita! È una canzone, la solita canzone per dire che c’è amore per tutti.
Devo dire la verità, oggi come oggi quello che si aspetta di più non è tanto la Pasqua, quanto la Pasquetta. In quella giornata tutte le mogli sequestrano il marito portandolo o a Monticchio o a Castel del Monte o al mare o in collina Cassano. Alcuni addirittura all’estero perché in Italia non c’è più spazio. Tutti impegnati, mariti e compagni.
Tutti incatenati e imprigionati.
Meno male che nel frattempo c’è stato pure il 25 aprile, festa della Liberazione.
Cirillin Cirillin piangeva che voleva la cioccolata, la moglie non voleva; Cirillin Cirillin piangeva. A mezzanotte in punto passò un aeroplano e sopra stava scritto: fai il morto e stai zitto!
Ecco a cosa serve il 25 aprile per molta, moltissima gente. A farli sentire tutti liberi, mariti compresi.
Per me rimane un giorno di festa. Anch’io ho festeggiato.
Volevo andare a Torre canne però mi è stato impedito.
La mattina avevo preparato i panini con le cime di rapa, la Simmenthal, quattro uova sode e una bottiglia di spuma, i carciofi fritti.
Sono uscito e sulla porta di casa ho trovato un pacco. L’ho aperto e ho visto un barattolo da chilo di Nutella.
Ho aperto un biglietto che lo accompagnava e ho visto chi lo mandava: «Caro Gianni, questo è un omaggio della signora Meloni, siccome io e la mia regina Camilla teniamo il diabete, mangiala tu. Siamo stati a Roma, che è bellissima, tanto che addirittura abbiamo rinunciato ad altro. C’erano bancarelle che vendevano angurie. Su una delle quali c’era un cartello con su scritto: fitto meloni a 10 €! Non possiamo essere trattati così! Capisco che l’Italia è in crisi, però non puoi stare appoggiato sopra all’affitto di 10 €! Saluti da Carlo e Camilla».
Li ho visti ripartire per Londra velocemente. Ecco questa è la libertà.
Qualcuno mi dirà: e che c’entra questo fatto? C’entra, come tutte le cose che non c’entrano.
Praticamente è come quando un attore o un’attrice decidono di fare teatro. Mi verrebbe spontaneo chiedere: «Signor Attore, signora Attrice hai provato a recitare senza spettatori?»
Sicuramente la risposta sarebbe: «Non ho fatto altro in tutta la mia carriera!»
Vorrei tanto dire loro, ecco perché esiste il matrimonio. Alcuni dovrebbero sposarsi e basta! E con chi? Questo è un altro problema. E se non riuscissero nemmeno a trovare marito o moglie? Con chi potrebbero dire scemenze? Il problema è risolto! Con nessuno! A casa!
Oddio, con questo non voglio parlare male del matrimonio, anche perché è una cosa bellissima. Beati tutti coloro che sono già sposati. Chi non è sposato, si sposasse perché il matrimonio è bello. Ecco insomma bisogna dirlo: il bello del matrimonio e quando… Insomma di bello nel matrimonio c’è che… Insomma, ecco adesso non abbiamo molto tempo per dire tutto il bello del matrimonio… Porca miseria… C’era una cosa di bello del matrimonio! Ma adesso non mi ricordo!
Capita l’antifona? Comunque sposatevi non è giusto che lo facciano solo gli altri! Buona vita.

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