psicologia
Sinner batte Musetti e ci insegna a distinguere amicizia e lavoro
Cosa succede quando sul posto di lavoro nascono relazioni amicali o affettive? Come queste relazioni influenzano il bisogno di neutralità da potenziali conflitti di interessi?
La sfida tra Sinner Musetti nei quarti di finale degli US Open, ci ha mostrato un modo di vivere le relazioni, tra sfera pubblica e privata.
Sinner ha infatti dichiarato di essere amico di Lorenzo Musetti, ma che in campo ha messo l’amicizia da parte e si è battuto per la vittoria. A fine partita avrebbe poi stretto la mano all’amico qualunque fosse stato l’esito della partita.
Cosa ci insegna questo approccio? In azienda si sa, non si portano i problemi del privato e nel privato non si portano i problemi di lavoro se si vuole vivere bene.
Ma dalla Pandemia in poi, il confine tra pubblico e privato si è assottigliato molto e per le donne, in particolare, si verifica uno scivolamento tra le due sfere di vita (Ghislieri, Colombo 2024).
Ma cosa succede quando sul posto di lavoro nascono relazioni amicali o affettive? Come queste relazioni influenzano il bisogno di neutralità da potenziali conflitti di interessi?
Da un lato i tempi ci chiedono di umanizzare i luoghi di lavoro, di essere umani e persone oltre i ruoli. Dall’altro però non bisogna scadere nel rischio di invischiamento in relazioni intime, che possono causare la perdita di vista degli obiettivi di lavoro.
Le relazioni di alleanza strategica, le dinamiche di gruppo introdotte da Lewin (padre della psicologia sociale moderna), assieme alla teoria del campo, suggeriscono che i comportamenti individuali sono influenzati dal contesto e dalle relazioni. Con Moreno, Bion, Tuckman, si è rivelata indispensabile la capacità di costruire relazioni affettive nei team e Argyris ha introdotto il concetto di contratto psicologico e sviluppo della persona nel lavoro, fino a Drucker e Khan e Schein che hanno approfondito l’alleanza psicologica derivante dalla fiducia, dalla sicurezza e dal significato del lavoro, sulla scia dei primi autori delle Human Relation (Mayo, Maslow, Herzberg). Tuttavia, gli stessi autori mettono anche in rilievo le criticità derivanti dall’amicizia sul lavoro.
Ad esempio, il contratto psicologico, può suscitare percezioni di ingiustizia. In generale le alleanze suscitano invidie, gelosie, minacce al controllo da parte del management, sottogruppi informali in contrasto con la strategia aziendale, esclusioni, conformismo e maggiori difficoltà nel risolvere i conflitti tra le persone più coinvolte emotivamente. Si può affermare, dunque, che anche nel lavoro è necessario saper riconoscere e gestire emozioni, impulsi, sentimenti e regolarli in base alla necessità e al contesto. Imparare ad aumentare o ridurre l’intensità delle emozioni in base al contesto (es. non farsi travolgere da ansia o rabbia, oppure riuscire a “sentire di più” quando si tende al distacco). Daniel Goleman (1995, 2006) nei suoi lavori sull’intelligenza emotiva, sottolinea l’importanza di gestire il coinvolgimento emotivo per mantenere equilibrio tra empatia e autoregolazione. Paul Ekman (2003) con i suoi studi sulle emozioni di base e sulla loro regolazione, mette in evidenza la necessità di riconoscere i segnali emotivi prima di esserne travolti. Una competenza di adattamento che consiste nel saper calibrare l’investimento emotivo per mantenere equilibrio tra partecipazione autentica e protezione del proprio benessere. Tra gli autori più recenti, un contributo sul tema è di Massimo Frateschi (2025), sulle psico difese tattiche e strategiche e sulla regolazione del coinvolgimento emotivo.