Mafia: estorsioni e guardianie movente degli incendi a Scanzano
Un altro rogo per astio verso un agente che lo aveva arrestato
Martedì 24 Gennaio 2023, 17:20
Due incendi appiccati per ritorsione, uno per astio nei confronti di un agente che lo aveva arrestato in passato, un altro ancora per depistare le indagini che già si stavano indirizzando verso di lui: è il quadro definito dalla Procura distrettuale antimafia di Potenza a carico di Davide Suriano, di 39 anni, arrestato oggi dalla Polizia quale presunto responsabile di cinque incendi avvenuti nel 2022 a Scanzano Jonico (Matera).
Suriano è accusato di incendio doloso e danneggiamento seguito da incendio, tentata estorsione, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, aggravati dal metodo mafioso, dall’aver agito per motivi abbietti o futili, dalle circostanze che ostacolavano la difesa e dall’avere cagionato un danno patrimoniale «di rilevante gravità alle persone offese».
Secondo il risultato delle indagini della Polizia, l’indagato "sarebbe stato l’organizzatore e in alcuni casi anche l'esecutore materiale degli incendi, in concorso con complici al momento rimasti ignoti». Le fiamme divamparono, dal 15 al 25 maggio 2022, in alcuni stabilimenti balneari (per due si trattava di una ritorsione contro i custodi, dai quali "pretendeva somme di denaro"), in un deposito di attrezzi agricoli di proprietà di un poliziotto e in un’attività di commercio ortofrutticolo di proprietà della famiglia di Suriano. L'ultimo incendio fu appiccato da Suriano - secondo l’accusa - per depistare le indagini e «presentarsi come l’ultima vittima della scia di incendi» e per convincere i parenti «a versargli somme di denaro».
Richieste estorsive di denaro - di diecimila euro al proprietario di una struttura balneare e di novemila euro ai componenti della sua stessa famiglia - risentimenti e vendette personali, conti in sospeso per l'attività di guardiania: sono questi alcuni degli elementi emersi dal quadro indiziario a carico di Davide Suriano, che il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco Curcio, ha descritto ai giornalisti, dopo l’arresto dell’uomo considerato responsabile dei cinque incendi verificatisi nel maggio 2022 a Scanzano Jonico (Matera).
«Atti devastanti e di gravissimo pericolo per l’incolumità pubblica - ha detto Curcio - commessi da un soggetto che, sulla base dei gravi indizi a suo carico, nel giro di dieci giorni, fa danni rilevantissimi e che suscitano grave allarme sociale, mettendo persino a rischio la stagione balneare per un centro che vive anche di questo».
Il movente, per gli inquirenti, ruotava intorno alle "guardianie delle attività economiche e balneari. Si tratta - ha spiegato il procuratore - di una delle prime attività alla quale si sono de sempre dedicate le diverse criminalità organizzate. Imporre e trarre utilità dalla guardiania è l’abc del crimine organizzato».
Fondamentali per arrivare all’arresto di Suriano, ha aggiunto Curcio, «sono state le attività di intercettazione ambientale, telefonica e il monitoraggio dei social», mentre è stata definita da Curcio «un colpo di fortuna l’esistenza sull'autovettura di proprietà del sistema di rilevazione satellitare, rilasciato dalle compagnie di assicurazione, che ha collocato il suo mezzo nei pressi delle attività danneggiate. Un particolare da lui chiaramente sottovalutato». E inoltre ha avuto rilevanza anche la collaborazione dei familiari su evidenti contrasti interni, in occasione dell’incendio all’azienda di famiglia, «tentativo non riuscito, da parte di Suriano, di sviare i sospetti».
«L'indagine su eventuali complicità, ricostruzioni su mandanti, complici e favoreggiatori - ha concluso Curcio - considerato anche il contesto ambientale in cui Suriano si muoveva, tipico di chi ha contatto con la criminalità organizzata, andrà avanti».

