L'emergenza
«I prezzi del grano ai massimi da 12 anni», l'allarme da tutta la Puglia
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«Sull’energia paghiamo miopi scelte ambientaliste», così l'imprenditore Casillo
(a corredo delle parole di Casillo, la videointervista al panettiere Alessio Stolfi - realizzata da Flavio Campanella)
Ci sono realtà imprenditoriali che parlano al mondo intero del nostro Sud, della Puglia, che ne raccontano l’anima, le radici, ma anche la capacità di innovarsi. Una di queste è sicuramente il Gruppo Casillo, la «food company» leader mondiale nella lavorazione e nella distribuzione del grano duro e uno dei maggiori protagonisti nel mercato del grano tenero, fondata nel 1958, quando Vincenzo Casillo iniziò la produzione con un piccolo impianto molitorio a Corato, in provincia di Bari. In che modo reagisce in queste ore un gruppo imprenditoriale che ha rapporti quotidiani con le aree interessate dalla guerra tra Russia e Ucraina? Lo racconta alla Gazzetta Francesco Casillo, presidente e ad della Casillo Commodities e di Molino Casillo.
«Fino a venerdì tutti i porti ucraini erano operativi, non oggetto di bombardamenti. Per quanto ci riguarda segnalo un episodio di una nostra nave che caricava a Berdiansk, dove durante le operazioni di imbarco si sono sentite vicine esplosioni che hanno indotto gli addetti del terminal a scappare via lasciando tutte le attrezzature sul posto, il che ha impedito al capitano della nave di chiudere i boccaporti. Alcune navi caricate non riescono a espletare le operazioni doganali e attendono in rada. Le navi che hanno caricato in Mar D’Azov hanno problemi per varcare lo stretto di Kerch. Le assicurazioni hanno aumentato di venti volte il premio per il rischio guerra per le navi che scalano porti russi e ucraini. Aspettiamo di vedere cosa succederà oggi all’apertura dei mercati. Venerdì c’è stato il prezzo più alto degli ultimi 12 anni. Alla riapertura peserà molto il blocco del sistema Swift. Fondamentale sarà l’esito dei negoziati appena annunciati al confine tra Ucraina e Bielorussia. Insomma ci troviamo a gestire delle situazioni mai sperimentate prima».
Il Gruppo Casillo è impegnato in una produzione con grano italiano al 100%. Come legge le ripercussioni sul mercato italiano della guerra?
«L’Italia è un paese deficitario di grano. Deve importare il 50% del grano tenero, e deve importare il 30% del grano duro, quello di cui la Puglia è la maggiore produttrice nazionale, e si macina per fare la semola con la quale si produce la pasta (ma anche il famoso pane di Altamura). Queste nazioni rappresentano il primo e terzo o quarto (secondo le annate) esportatore mondiale di grano tenero. Pertanto il blocco delle loro esportazioni creerebbe uno shock mondiale. I prezzi del grano tenero, già molto alti per la grande richiesta delle materie prima post pandemia, salirebbero ancora e aumenterebbe il prezzo del pane e dei prodotti da forno. Gli italiani però devono sapere che potrebbero pagare di più ma non avremo mancanza di prodotto, quindi invito a evitare accaparramenti».
La Puglia sarà colpita da questa crisi?
«La crisi dell’aumento dei prezzi non avrà caratteristiche regionali ma nazionali se non europee e mondiali. L’aumento del grano sarà lo stesso in tutto il mondo cosa che invece non avverrà per esempio per l’energia, dove Italia e Germania sono particolarmente penalizzate in Europa per miopi politiche ambientaliste. Ci siamo fatti del male con le nostre stesse mani a non aver costruito i rigassificatori e ancora tentenniamo sulle autorizzazioni per impianti eolici o fotovoltaici. Una vergogna: pochi idealisti ci hanno spinto nella mani di Putin e del suo gas».
Quali conseguenze sta avendo la vostra azienda e pensate a delle azioni particolari da mettere in atto?
«I nostri molini stanno avendo i danni che tutta l’industria italiana sta avendo. Possiamo fare ben poco nei confronti della Russia e della sua popolazione ben consapevoli che anche loro, ora, sono vittime di un personaggio che, evidentemente, crede di vivere in un altro periodo storico e ha perso il contatto con la realtà».