la vicenda
Tifoso Vultur investito, fu azione premeditata: «Faremo come a Nassiryia»
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L'attacco fu organizzato come una vera e propria azione paramilitare
Andiamo a fare Nassiryia: questa espressione - con riferimento all’attentato che, il 12 novembre 2003, in Iraq, costò la vita a 19 italiani - dimostra che il "vero e proprio agguato» che costò la vita ad un tifoso, il 19 gennaio scorso, a Vaglio di Basilicata (Potenza), fu un’azione premeditata, organizzata con stile paramilitare: è una delle chiavi alla base del provvedimento eseguito stamani dalla Polizia, che ha portato quattro persone agli arresti domiciliari e 12 all’obbligo di dimora.
L’"aggressione preordinata» da parte dei tifosi della Vultur Rionero (Campionato di Eccellenza) ai danni di quelli del Melfi (Campionato di Eccellenza) costò la vita a Fabio Tucciariello, di 19 anni, tifoso rionerese, investito da un’auto guidata da un sostenitore melfitano. Nelle ore successivo a quel «vero e proprio agguato» - come lo ha definito oggi la Procura della Repubblica di Potenza - la Polizia arrestò 26 persone. Le indagini, nelle settimane successive, hanno portato alla raccolta di «prove scientifiche», analisi dei telefoni cellulari e intercettazioni. Il materiale ha portato la Procura a ritenere che quella che avvenne il 19 gennaio fu «una vera e propria imboscata», sia per il luogo scelto, sia perché i tifosi che attuarono l’agguato erano «travisati», secondo quanto dichiarato da alcuni testimoni.