alla camera di commercio
Bari che vuole crescere: con il Talk Sviluppo ultimo appuntamento con «è Bari»
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Con il tema dello sviluppo si è chiuso il ciclo di talk organizzati dalla Gazzetta del Mezzogiorno con la Camera di Commercio
BARI - Bari non deve accontentarsi di crescere. Bari può essere ancora più moderna, ecosostenibile e aperta al mondo con il giusto approccio. Con questo augurio si è chiuso «È Bari. Impressioni. Origini. Desideri», il ciclo di incontri organizzati da Gazzetta del Mezzogiorno e Media Division Group nel Salone Grande della Camera di Commercio barese. L’ultimo appuntamento, tenutosi ieri pomeriggio, ha visto protagonista il tema dello Sviluppo. Hanno partecipato: la professoressa Rosa Calderazzi, intervenuta in rappresentanza della Banca Popolare di Basilicata, Vito d’Ingeo, presidente ConfCommercio Bari e Bat, Sergio Fontana, presidente Confindustria Bari e Bat e Pasquale Casillo, presidente Molino Casillo. Ha moderato Mimmo Mazza, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno.
«Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia - ha spiegato Rosa Calderazzi - Bari non si differenzia dal contesto industriale nazionale. Bari cresce ancora poco, ha beneficiato solo in parte del superamento del calo delle risorse e dell’innalzamento dei prezzi. Ma oggi c’è soprattutto un calo importante nel segmento residenziale e transizione immobiliare. Cresce invece l’edilizia pubblica, perché legata soprattutto ai fondi del Pnrr. Il commercio non sale anche se i consumi sono in leggera ripresa, ma nel Barese c’è la spinta propulsiva del turismo, per fortuna».
Sergio Fontana si è concentrato sull’importanza del capitale umano nel capoluogo: «Bari è una delle poche città che non ha perso moltissimo in termini di popolazione, ma spero continui ad attirare capitale umano perché è fondamentale, soprattutto per ambienti come le università. Per fare questo però c’è del lavoro da fare. Bari inoltre deve riappropriarsi del waterfront e scoprire la dimensione congressuale. Non ci sono posti per aprirsi a questa nuova frontiera».
Secondo Vito D’Ingeo, invece, «il barese è un venditore nato. Il commercio è parte di Bari, il murattiano è un centro commerciale all’aperto. Lo si può rendere ecosostenibile ancora di più, non possiamo non esserlo perché siamo baresi. Vedo una Bari che è cresciuta tantissimo, ma questo è un momento particolare, non si investe. Siamo frenati da tante cose. Nel Centro studi di Confcommercio, tuttavia, abbiamo capito che chi si è evoluto tecnologicamente va avanti. Bisogna comunque fare rete. Dare piccole misure di tamponamento non basta per trattenere i ragazzi al Sud».
«È indiscutibile che alcune aree della Puglia siano aeree guida nel mercato - ha affermato infine Pasquale Casillo -. Nella città di Bari ci sono esempi di imprese di valore, ma abbandonarsi al facile ottimismo o pessimismo è pericoloso. Ciascuno di noi imprenditore non deve mai smettere di essere realista. In questo paese aumenta il gap con le altre aree del continente. Ci sono temi che ci impegnano ogni giorno come la transizione digitale, la transizione verde, ma rispetto a potenze come gli USA e la Cina l’Europa è fanalino di coda, soprattutto in materia di investimenti. Gli Stati Uniti creano, la Cina copia, l’Europa regola. Essere massima espressione nella regolazione dovrebbe essere una grande opportunità, ma la cosa a volte viene percepita come un limite. La competizione oggi più che mai si fa tra sistemi, non territori».
Resta aperta fino al 16 giugno, sempre in Camera di Commercio, la mostra che racchiude gli scatti di sette autori baresi che, con i loro sguardi, raccontano una visione di città tra tradizione, urbanistica e volti del presente, oltre a una selezione di prime pagine storiche della Gazzetta del Mezzogiorno.