LA STORIA
Moustapha Cissé, primo gol in serie A per il diciottenne africano accolto dal Salento
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L'avvocato Nitto che lo ha scoperto: «Un bravo ragazzo, che oggi regala alla Puglia un sogno»
«A chi crede nei sogni, basta un gradino per raggiungere le stelle! Goal di Moustapha Cissé all’esordio in Serie A: Bologna-Atalanta 0-1. Sto piangendo di gioia: mi scrivete tutti che lo meritiamo dopo tanti sacrifici. Sapete che forse inizio a crederci, oggi realizziamo il nostro sogno campione». Scrive così sul suo profilo Facebook l'avvocato specializzato in diritto calcistico Roberto Nitto. Il legale è di Novoli, in provincia di Lecce, ed è colui che ha il merito di aver fatto concretizzare la favola da serie A del guineano Moustapha Diaba Cissé. Sì perché dopo essere stato accolto dalla terra salentina alla fine dell'estate del 2019, in fuga da una situazione complicata vissuta ad Ignasedigna, quartiere della capitale della Guinea Conakry, Moustapha, bravo ragazzo dal fisico possente tipico dei bomber, è stato inserito nella squadra-progetto dei richiedenti asilo di Copertino Asd Rinascita Refugees.
Ma la legge italiana non permette agli extracomunitari richiedenti asilo privi di protezione internazionale di giocare partite ufficiali in campionati dilettantistici come la Seconda Categoria, dove attualmente la formazione salentina di importazione africana è in seconda posizione del girone C pugliese. Ragion per cui, per permettere all'atleta guineano di poter vestire una casacca e trattare agonisticamente il pallone, occorre un esperto di diritto calcistico. Ecco che viene in soccorso alla causa sportiva l'avvocato leccese Nitto, il quale è tra i primi ad accorgersi del talento di Cissé che scorrazza affamato di partite sul campo di Leverano, sede della formazione «rifugiata». Successivamente al blitz compiuto dagli osservatori dell'Atalanta («ringrazio Roberto Marta e Marco Ogliari, conosciuti entrambi anni fa quando lavoravano in Juventus»), Nitto entra in gioco con il suo manuale di diritto sportivo per far sì che il sogno nerazzurro del suo assistito si realizzi. «La legge calcistica italiana - spiega alla Gazzetta Nitto, qui nella foto con Cissé - non permette agli atleti extracomunitari di giocare nella sfera professionistica, tranne per casi particolari in Lega Pro e B, ed in maniera stringente in serie A. Alla fine siamo riusciti ad inserirci con Cissé in uno dei due slot concessi dal regolamento ai club e da qui il giocatore africano è entrato nell'Atalanta attraverso la porta del mercato invernale».
Diciotto anni, Moustapha Diaba Cissé, orfano di padre, con la mamma e altri suoi familiari lasciati in Guinea, da ieri, 20 marzo 2022, appone la sua firma tra i marcatori della serie A italiana. Lo scenario è il «Renato Dall'Ara» di Bologna, lo stadio dedicato al presidente del club rossoblù che tra il 1934 e il 1941, alla sua guida, conquistò quattro scudetti. Un terreno ispirante per l'ariete della Guinea importato dal Salento. Il talent scout Gasperini, al 65' di una partita sino a quel momento di marca bolognese, lo manda in campo dalla panchina. Diciassette minuti dopo, all'82', Cissé, «vergine» della serie A, onora la fiducia ricevuta: assist di Pasalic che lo rende solitario in area avversaria, controllo di destro e infilata di sinistro che svela la sua ambivalenza, che è fatale al portiere Skorupski ed al Bologna.
A fine match portato in trionfo dai compagni, sotto la curva dell'Atalanta, Moustapha sorride ed esulta. Dopo aver segnato tre gol in quattro match con la Primavera nerazzurra e dopo la prima convocazione di una settima prima per il match di serie A col Genoa, scrive il primo autografo sotto un tabellino del massimo campionato italiano. Quel volto luminoso, che si porta i «raggi» caldi del Salento accogliente, è una promessa sulla strada del campione. Cissé la sta affrontando con la tipica lestezza africana. Guidato dall'olimpo della Magna Grecia cara alla Puglia, visto che il nome Atalanta deriva dalla dea generatrice della velocità.