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Bari, da piazza Umberto il corteo in sostegno al popolo palestinese: «La pace di Trump è una farsa» VIDEO
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Circa 200 vanno al porto per «fermare le navi verso Israele». La mobilitazione di studenti e associazioni organizzata da Assemblea per la Palestina, Potere al popolo, Usb, Cambiare Rotta e Osa
Prosegue a Bari la mobilitazione di studenti e associazioni in sostegno al popolo palestinese. Nelle prime ore del pomeriggio si è svolta una nuova manifestazione che ha preso le mosse dalla centrale piazza Umberto per concludersi al varco Dogana del porto. Il corteo è stato organizzato da Assemblea per la Palestina, Potere al popolo, Usb, Cambiare Rotta e Osa.Tante le bandiere della Palestina sventolate, così come quelle delle organizzazioni che sono scese in piazza.
«A partire da agosto 2025 - denunciano gli organizzatori - cinque navi cargo sono passate dal porto di Bari, secondo la rotta regolare di collegamento Bari-Gioia Tauro per le merci da e per Israele. A oggi, le autorità competenti non sono ancora state in grado di rispondere alle nostre richieste di conoscere il contenuto di tali navi, in partenza e in arrivo a Bari verso l'entità sionista che continua indisturbata nei sui progetti di genocidio e apartheid».
«La famosa tregua promossa da Trump - proseguono - si è rivelata una farsa: il cessate il fuoco è stato violato innumerevoli volte, Israele ha interrotto gli aiuti umanitari a Gaza e chiuso il valico di Rafah sostenendo sia stata Hamas a rompere gli accordi». «Per questo - concludono - dobbiamo continuare ad alzare la voce e scendere in piazza».
È partito dall’università di Bari il corteo in sostegno al popolo palestinese. Circa 200 persone - secondo gli organizzatori - sono dirette al porto per chiedere di fermare le navi cargo da e per Israele. «Non sappiamo ancora cosa trasportino», sostengono i manifestanti che urlano «Free palestine» e «la Puglia sa da che parte stare».
Dal megafono sono stati scanditi anche i prossimi appuntamenti della mobilitazione: «A novembre saremo sempre in piazza a Bari - anticipano - il 22 novembre saremo a Taranto, il 29 a Grottaglie contro Eni, Leonardo e l’economia che rende possibile il genocidio». «Dobbiamo continuare ad alzare la voce», esortano.