Il caso
Bari, gli sfollati di via Robertis entrano in casa dopo il crollo della palazzina: «Recuperiamo l'essenziale, ma siamo fortunati»
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Prendono il via le operazioni di demolizione della parete restante. Alcuni dei residenti verranno spostati in una struttura universitaria. ll sindaco: «Chiudete le finestre e indossate le mascherine»
BARI - Valigie alla mano, tensione, e voglia di tornare a casa. È l'aria che si respira questa mattina, 12 marzo, in via De Amicis, dove gli inquilini di 9 appartamenti di via De Robertis stanno entrando in casa accompagnati dalle forze dell'ordine per recuperare i propri oggetti personali dalle case evacuate. Quelli ospiti in hotel saranno spostati in una struttura Adisu vicino alla facoltà di Economia, con stanze con letti singoli e bagno, ma c'è anche chi è ospite di amici o chi è uno studente fuorisede ed è tornato a casa.
Non hanno molta voglia di parlare, comprensibilmente. «Non possiamo distrarci, dobbiamo tenere a mente le cose che dobbiamo prendere in casa», racconta uno di loro. «Prenderò l'essenziale, zaini, lo spazzolino, cose così» racconta invece un residente in un appartamento a piano terra. Uno ad uno entrano accompagnati ed escono poco dopo con borse e buste piene. Ma loro, spiega un'altra persona, sono quelli fortunati: per altre palazzine la situazione è più complicata e non si sa quando potranno rientrare in casa per recuperare i propri effetti personali. In mattinata, tuttavia, si sono affacciati anche gli inquilini di via Pinto della palazzina totalmente inagibile, e probabilmente con l'aiuto dei vigili del fuoco riusciranno a recuperare qualcosa.
Ci sono anche delle studentesse di architettura e ingegneria con i loro genitori. Al momento del crollo non erano presenti in casa, ma la tensione la provano tutta ugualmente. «Sarà un'altra prova che le fortificherà - racconta il padre di uno di loro -, prima il Covid, poi questo...»
C'è anche una donna che aveva appena comprato un appartamento proprio nella palazzina. «Avevamo appena arredato a casa, il giorno dopo avremmo dovuto portare qui le lenzuola...fortunatamente abbiamo ancora la nostra casa a Turi».
Quando tutti gli inquilini avranno recuperato le loro cose, si procederà con le operazioni di demolizione della parete restante della palazzina. L'intervento richiederà circa 4-5 giorni. Forse l'operazione avrà inizio, nella migliore delle ipotesi, nel tardo pomeriggio, a causa delle avverse condizioni meteo.
ll sindaco: «Chiudete le finestre e indossate le mascherine»
Divieto di affaccio e obbligo di mantenere chiuse le finestre e di usare le mascherine nelle aree esterne vicino al palazzo crollato a Bari durante la demolizione del relitto del fabbricato e la movimentazione delle macerie. Sono i contenuti dell’ordinanza firmata dal sindaco, Vito Leccese, per «garantire misure di prevenzione per l’eventuale esposizione della popolazione alle polveri aerodisperse nella fase della demolizione della parte residua della palazzina». Le aree interessate dalle prescrizioni sono via Pinto, via De Amicis nel tratto compreso fra corso Benedetto Croce e via della Repubblica, via Fornelli nel tratto tra via Pinto e via della Repubblica, corso Benedetto Croce nel tratto tra via Bottalico e via Monfalcone.
Questa ulteriore misura di prevenzione, spiega il Comune di Bari in una nota, «si è resa necessaria considerando che la demolizione del relitto di fabbricato e le attività di movimentazione delle macerie genereranno polveri che si aerodisperderanno. A seguire il Comune, attraverso ditta specializzata, e previa autorizzazione della Procura, procederà alla demolizione controllata». L’amministrazione evidenzia inoltre che «la successiva fase di rimozione delle macerie presenti in loco e la definizione della loro destinazione sarà sottoposta alle indicazioni della Procura».
A oggi, fa sapere il Comune, l’attività di monitoraggio della qualità dell’aria da parte di Arpa Puglia ha rilevato «assenza di fibre di amianto aerodisperse», e che durante l’intera fase di lavorazioni «sarà effettuato un monitoraggio ambientale continuativo, attraverso il posizionamento di un laboratorio mobile, al fine di verificare la presenza di polveri dannose per la salute pubblica». Nel caso di rilevata presenza di elementi in fibrocemento amianto, «si procederà con la bonifica per il tramite di impresa specializzata nella gestione di manufatti contenenti amianto, secondo le migliori tecniche operative da applicarsi per la mitigazione della dispersione di polveri potenzialmente nocive, tra cui materiali contenenti amianto».