la protesta

Centinaia di lavoratori in piazza a Bari e Potenza per lo sciopero delle Regioni del Sud

Redazione online (foto Donato Fasano e Tony Vece)

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In Puglia adesione stimata fra il 75 e l'80%. Bucci (Cgil): «Il Sud non si piega», Bombardieri (Uil): «Salvini rispetti chi perde la vita lavorando»

BARI - Mattinata di protesta a Bari per lo sciopero indetto da Cgil e Uil, che ha portato centinaia di lavoratori sulle strade del capoluogo pugliese. L'adesione è stata massiccia, e in Puglia, stando alle stime della Uil, sulla base dei primi dati raccolti tra le aziende,oscilla fra il 75 e l’80%.  In alcune aziende sarebbe del cento per cento. 

«Oggi è la volta del Mezzogiorno, di un Sud che non si piega per rivendicare il suo protagonismo all’interno del Paese», ha detto la segretaria generale di Cgil Puglia, Gigia Bucci, durante la manifestazione organizzata a Bari nel giorno dello sciopero generale delle Regioni del Sud. Bucci ha precisato che la piazza è «contro un governo che rilancia continuamente con l’autonomia differenziata, sottraendo i fondi per lo sviluppo e le risorse per il Pnrr». «E' un Sud - ha chiarito - che vuole alzare la testa e tornare protagonista rispetto alle politiche di governo». 

«È indegno il fatto che muoiano persone sul lavoro. Il ministro Salvini dovrebbe avere rispetto
delle persone che perdono la vita lavorando». Lo ha detto a Bari il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, in
occasione dello sciopero generale delle Regioni del Sud contro la manovra. Il riferimento è alle parole del ministro dei Trasporti in merito allo sciopero del trasporto ferroviario.

«Credo - ha aggiunto Bombardieri - che un vicepresidente del Consiglio di questo paese non si possa permettere di dire a chi sciopera, perché si sono perse due vite umane, che c'è una situazione indegna rispetto ai viaggi e ai treni». «Dovrebbe - ha detto - avere rispetto di chi perde la vita e di chi paga con una giornata di lavoro per fare lo sciopero».

«In questa Regione e nel Mezzogiorno ci sono una serie di crisi sulle quali non abbiamo risposte. Siamo in attesa di capire sull'ex Ilva cosa farà il governo. Noi rischiamo di perdere l’Iva e il governo dorme». Lo ha detto a Bari il segretario regionale della Uil, PierPaolo Bombardieri, a margine dello sciopero generale delle Regioni del Sud.
«Il Sud - ha aggiunto - con questa manovra è ancora più indietro, ci sembra abbandonato». «Non vediamo - ha detto - interventi diretti per dare un’idea di sviluppo del Mezzogiorno, non vediamo investimenti, neanche quelli previsti dal Pnrr che sono stati spostati e non capiamo dove saranno presi i soldi».

Anche il Pd al fianco dei sindacati «che oggi manifestano per delle cause che stanno a cuore al Partito Democratico per le quali anche noi da mesi ci stiamo battendo nelle piazze, nei circoli e nelle sedi istituzionali».

Lo ha affermato Domenico De Santis, segretario del Pd Puglia, a proposito della mobilitazione voluta da Cgil e Uil contro la Manovra messa in campo dal governo. «Oggi - ha proseguito - migliaia di lavoratori di Cgil e Uil sono scesi in piazza contro l'autonomia differenziata che acuirà le disparità già presenti tra Nord e Sud del Paese e ne creerà altre ancora più incolmabili. I lavoratori fanno sentire la propria voce: per rivendicare lo sblocco dei Fondi di sviluppo e coesione che da mesi le nostre regioni aspettano e che rischiano di diventare un problema serio se non si interviene subito; per rivendicare il salario minimo in un momento in cui lo sfruttamento dilaga nel mondo del lavoro; per chiedere l’aumento dei salari e delle pensioni mentre tutto aumenta e il potere di acquisto dei cittadini si assottiglia in maniera preoccupante. Intanto si continua a rendere i poveri ancora più poveri».

LA PIAZZA DI POTENZA

Lavoratori in piazza anche a Potenza, per raccogliere la protesta della gente lucana. Sotto le foto della manifestazione di questa mattina.  «Nella manovra non hanno adeguato le pensioni per tutti, con l’impostazione che i pensionati hanno già abbastanza. Ed è sbagliato perché non si tratta di un aumento delle pensioni, ma di un parziale recupero dell’inflazione dell’anno precedente": lo ha detto stamani, a Potenza, il segretario generale della Uil pensionati, Carmelo Barbagallo, a margine della manifestazione promossa in occasione dello sciopero proclamato da Cgil e Uil.

«Senza adeguamento reale anche delle pensioni minime - ha aggiunto - si è perso più del 15 per cento del valore. Significa che il vero ammortizzatore sociale del paese sono i pensionati, che non sono in condizione di dare una mano alle famiglie in difficoltà. E se i pensionati non sono l’ammortizzatore sociale - ha concluso - il paese ne soffrirà perché il 70 per cento della produzione si fa verso il mercato interno e se i pensionati non hanno i soldi per comprare quello che produciamo per noi stessi le aziende falliranno».
La manifestazione di Potenza (alla quale hanno partecipato, secondo fonti della Questura, circa duemila persone) ha abbracciato temi nazionali e emergenze locali. «Vogliamo una Basilicata diversa - ha detto il segretario regionale della Uil, Vincenzo Tortorelli - e lanciamo due messaggi chiari: al governo che questa manovra non ci soddisfa per niente, al governatore Bardi di non pensare alle elezioni, ma di mettere in sicurezza la regione su Stellantis, sanità, sull'agroindustria, le infrastrutture».
Il segretario regionale della Cgil, Fernando Mega, ha aggiunto che «tra le priorità lucane non dimentichiamo il dimensionamento scolastico e l’abbandono da parte dei giovani, perché quando è messo a rischio il diritto allo studio, il diritto alla sanità, il diritto al lavoro, si mette a rischio il diritto alla cittadinanza. Noi vogliamo invertire un racconto - ha concluso - lanciando una sfida alla politica in generale, nazionale e locale, per la difficoltà immane in cui vive il Sud».

Si chiude con «un’altra giornata di grande partecipazione» la mobilitazione di Cgil e Uil articolata in cinque giornate di sciopero generale sui territori, che ha visto oggi fermarsi le regioni del Sud, ultime ad incrociare le braccia. Secondo i primi dati, riferiscono i due sindacati, in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria l’adesione media è del 70%.

Lo sciopero di otto ore interessa tutti i settori ad esclusione di quelli pubblici, dei trasporti, di scuola, università, ricerca e Poste, che si sono astenuti dal lavoro a livello nazionale il 17 novembre scorso. «Piazze strapiene», sottolineano, a Catanzaro, Cosenza, Potenza, Reggio Calabria, Bari, dove dal palco è intervenuto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e a Napoli, dove ha chiuso il comizio il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Sulla base dei dati finora pervenuti dai territori e dalle categorie del Mezzogiorno, si registra - riferiscono ancora Cgil e Uil - un’alta partecipazione allo sciopero in tutti i settori con punte del 100% alla Lidl di Taranto, allo stabilimento La Doria di Fisciano, in provincia di Salerno, alla General Electric di Foggia. Sciopero riuscito alla Rummo di Benevento (95%), all’Heineken di Taranto (70%), allo stabilimento Natuzzi di Matera (94%), alla Dalmine di Potenza (90%). In Basilicata l'indotto Eni registra un’adesione del 98%, in Calabria all’Italgas si è raggiunto il 70% di astensione e alla Sielte il 90%.
La mobilitazione di Cgil e Uil, come annunciato anche oggi dai palchi, «continuerà fino a che le rivendicazioni che hanno portato allo sciopero non avranno risposte dal governo. Maggiori salari, estensione dei diritti e modifica della legge di Bilancio che penalizza e impoverisce le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati».

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