Le rilevazioni
Effetto della crisi a Bari: nei mercati in aumento pane, olio e ortaggi
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A essere penalizzati sono stati appunto soprattutto i beni primari su cui grava il blocco delle importazioni di cereali, olio, fertilizzanti
BARI - Gli interventi tampone in una situazione di crisi legata al rincaro della benzina rileva la dipendenza dall’estero di materie prime energetiche, che inevitabilmente crea dei riflessi indiretti: l’impennata del costo dei trasporti ha inciso anche sui prezzi dei beni alimentari, a cominciare da quelli di prima necessità, su cui pesa anche la bolletta energetica e la scarsità delle materie prime.
Secondo le nostre rilevazioni, nel giro di due mesi, da dicembre a febbraio, ci sono stati aumenti che per gli ortaggi hanno raggiunto in alcuni casi il 30%, addirittura il 50% rispetto a un anno fa. A essere penalizzati sono stati appunto soprattutto i beni primari su cui grava il blocco delle importazioni di cereali, olio, fertilizzanti. Purtroppo spesso il made in Italy è solo di facciata se si considera che un prodotto Dop come il pane di Altamura viene spesso fatto con grano estero».
RILEVAZIONI In effetti, è emblematico (oltre che dettagliato) il quadro fornito dall’Istituto pugliese per il consumo (cui sono affiliate le 15 associazioni di consumatori più importanti a livello nazionale e regionale) che ha elaborato i dati rilevati dagli operatori (coordinati dal segretario Michele Armenise) mediante il monitoraggio effettuato nei mercati coperti di Santa Scolastica in via Papa Giovanni XXIII, Madonna del Carmelo in corso Mazzini e dell’ex Manifattura in via Ravanas e in decine di supermercati della provincia (a Bari: Coop di viale Pasteur, Deca, De.co, Doc, Famila, Lidl, tra gli altri). Aspettando i dati di marzo, nel raffronto fra i prezzi praticati nel mese scorso rispetto al precedente (febbraio-gennaio 2022) il costo del pane ha subito un aumento ulteriore mediamente del 2% (1 chilo di panini ha raggiunto i 2,90 euro; ma altri aumenti, fino a 3,50 euro, soprattutto nei panifici tradizionali, si sono registrati nelle ultime settimane). Per il resto, l’olio di semi ha raggiunto il picco di 1,80 euro al litro, l’olio di arachidi di 2,84 euro. Ma gli incrementi sono stati registrati ovunque: salumi (mortadella + 7%, prosciutto cotto +4,9%, speck +4,5%, prosciutto crudo nazionale +4,4%), formaggi (in media + 1,9%, con il picco per il pecorino: + 4,9%), carne (ali di pollo +7,6%, filetto di tacchino +6%, filetto di pollo +5,8%, fettine di manzo +5,7%, bistecche di maiale +5,4%), frutta, verdura e ortaggi (mandarini +26,8%, bietole +14,1%, prugne +19,6, cavoli +11,1%, sedano +10,9%, cetrioli +10,4%, peperoni +9,5%).
VARIAZIONI Alcuni prodotti non sono citati, ma solo perché la crescita si è già abbondantemente verificata in passato. Mettendo a confronto i valori del gennaio scorso con lo stesso mese del 2021 si scoprono infatti variazioni consistenti in tutti i settori: mediamente del 14,2% per l’olio (+21,9% olio di girasole, +20,4% olio di mais, +18,9 olio di semi), del 10,1% per pane e pasta (+14,6 pasta di grano duro, +10,7% panini), del 6,4% per ortaggi e verdure (con picchi del 112,5% per i finocchi, del 53,7% per le cime di rapa, del 42,5% per il pomodorino ciliegino, del 24,1% per i fagiolini, del 22,5% per i pomodori da insalata, del 17,4% per le zucchine, del 16,5% per i broccoli, del 13,1% per le cicorie), del 5,3% per la carne (bistecche di cavallo +30,6%, cosce di tacchino +19,6%, fettine di vitello +8,5%, cosce di pollo +6,8%), del 4,3% per i legumi (del 20,9% per i piselli), del 3,4% per il pesce (acciughe +23,3%, spigole +11,8%, sogliole +9,8%), dello 0,8% per la frutta fresca (ma con punte evidenti: +34,8% per le pere, +31,2% per i kiwi e +29,9% per le arance). Anche le patate sono aumentate del 9,6%. In termini assoluti, sono un lusso gli asparagi (9,38 euro al chilo e i ravanelli 4,91 euro al chilo).
Nel video Vito Portino spiega al nostro Flavio Campanella come questa crisi ha inciso negli acquisti quotidiani nei market di Bari.