Pallamano
Il primo in casa non si scorda mai: Fasano è in estasi per lo scudetto
La Junior ha centrato il quarto tricolore della storia, ma non era mai accaduto sul proprio rettangolo di gara
FASANO - Una Junior Fasano che festeggia il suo scudetto, festeggia i suoi tifosi che gli hanno regalato una splendida cornice nella finalissima, nel classico spettacolo nello spettacolo. Difficile non rimanere innamorati da una prestazione superlativa in campo e indimenticabile sugli spalti. Nello sport si è spinti ad affermare come se fosse una constante fissa che «la vittoria più bella è la prossima», certo questo luogo comune non vale per la Junior Fasano che ha centrato lo scudetto, il suo quarto della storia, per la prima volta sul proprio rettangolo di gara.
Il lungo girovagare ha prodotto finalmente il primo acuto tra le mura amiche di una palestra «Zizzi» che è esplosa di gioia ancora prima che iniziasse la sfida. Qui in città tutti si aspettavano la vittoria intera e neanche la scaramanzia aveva frenato i tifosi più cauti. Sembra che ognuno in cuor suo sapesse già come sarebbe andato a finire. Sicuramente era già scritto, ma in città in tanti hanno fatto i veggenti, anche lo stesso capitano Flavio Messina che aveva dichiarato che non avrebbe lasciato la sua gloriosa carriera solo se non si vinceva lo scudetto.
Appare chiaro che la figura storica della società, l’emblema di un albo d’oro dove ogni titolo porta inevitabilmente la sua firma, ci aveva visto bene, anche se sembra voler ritrattare l’affermazione della vigilia per giocare, almeno una partita, nel nuovo palazzetto dello sport. Uno scudetto che passerà alla storia anche per questo motivo, per l’imminente inaugurazione del palazzetto dello sport, quello stesso che la Junior Fasano aveva “conquistato” addirittura sui banchi del Consiglio dei Ministri dell’allora governo di Matteo Renzi con i finanziamenti specifici per realtà meritevoli di periferia penalizzate dall’assenza di strutture.
Infatti la Junior Fasano ha vinto perché ha meritato di vincere, perché ha mostrato il suo valore aggiunto che non si può comprare nel mercato estivo: lo spirito di gruppo di una grande famiglia. Lo hanno capito i sardi della Raimond Sassari, ma solo sui titolo di coda della gara, quando si sono accorti che non bastava una guardia attenta sugli elementi più esperti come Albin Jarlstam e Filippo Angiolini per centrare la vittoria. Il veterano del campo Vito Fovio, ma debuttante sulla panca, ha saputo trasmettere la grinta necessaria al gruppo scatenando un giovane fasanese come Davide Pugliese ed un altrettanto coetaneo, ma dal passaporto italo-argentino, Pablo Cantore che hanno portato a referto un personale in doppia cifra.
Si potrebbe continuare all’infinito per fotografare la vittoria dello scudetto, come gli sguardi muti a distanza tra il tecnico, con un passato glorioso tra i pali, e il suo portiere Alessandro Leban, quasi a volerlo catechizzare sulle parate da fare. Che dire, questa è anche la vittoria di un tricolore che porta una sfumatura gialloblu della Svezia con Jarlstam ed Erik Ostling che hanno regalato giocate d’accademia della pallamano, facendosi riscaldare dal calore di un Sud che si riscopre accogliente e come sempre pronto a far sentire a casa propria anche chi viene da tanto lontano. Fasano si riscopre ancora al centro della pallamano nazionale, ma questa è solo una scoperta per chi viene da fuori porta, perché in città la pallamano è da sempre una disciplina seguita come se fosse il calcio.
Un altro scudetto arriva nella bacheca della Junior Fasano, ma tutto il calore della sua gente resterà a lungo nei discorsi dei prossimi giorni, delle prossime settimane perché la pallamano in città si mastica ogni giorno.