Un posto al cuore
Le amicizie dei figli, queste sconosciute
Non possiamo controllare tutto, ma ascoltare sì. Cercate occasioni per parlare e per capire. Con amore
Ciao Lisa, mia figlia ha un’amica, non è la sua prima amica, figuriamoci, ne ha avute tante dall’infanzia sino a adesso (ha diciassette anni). Questa però sembra essere la più importante, lei e mia figlia sono inseparabili: escono sempre insieme, studiano insieme, molte volte la domenica mia figlia vuole che stia a pranzo con noi. Siamo sempre stati accoglienti e aperti con i gli amici dei figli, mio marito e io: questa ragazza però ci è sembrata da subito un po’ particolare. Molto bella, come anche mia figlia e tante ragazze lo sono, però lei elegante, un’eleganza esagerata, vestita con dei capi firmati e altri che comunque si vede bene sono di valore. Un giorno è arrivata con dei grossi orecchini d’oro; tempo dopo, mia figlia mi ha raccontato che quando escono ha sempre parecchio denaro con sé, banconote di cento euro, una volta di cinquecento, e già alla sua età una carta di credito sua personale. Ero colpita, ma non ho detto niente, non ho fatto domande. Di sua spontanea volontà mia figlia mi ha anche detto che questa ragazza scrive spesso messaggi a dei ragazzi e lo fa continuamente, con troppa insistenza, facendoli scappare. Non capisco che tipo di ragazza sia; so che i genitori entrambi hanno professioni di livello, e che non stanno più insieme. Lei è figlia unica, e l’impressione che dà è soprattutto quella di essere molto sola. Mi fa pena anche se non riesco a farmela piacere. La sua personalità mi inquieta un po’, e non posso nascondermi che preferirei che mia figlia avesse vicino un altro tipo di amica. Non voglio intromettermi, eppure sono preoccupata, per la questione del denaro specialmente.
Ciao Roberta,
certe volte da genitori si ha una forte nostalgia dell’infanzia dei figli: perché ci sembra, nel ricordo, che sapevamo tutto di loro, e in qualche modo che tutto potevamo se non controllare, quantomeno «monitorare». In verità è un’illusione, perché sin da bambini una parte di sé è completamente autonoma; anzi, direi che una delle cose in cui più si dimostra una precoce, totale autonomia è proprio la scelta degli amici. Gusti, inclinazioni, affinità: nulla di più individuale e non controllabile. Non c’è verso: certe frequentazioni dei figli, noi per noi stessi, o di nostro, non le avremmo mai scelte; e d’altra parte, per amore dei figli accogliamo in casa, e al cinema, e in vacanza, al mare o in montagna o dove che sia, bambini, poi ragazzini e poi ragazzi diversissimi da quelli che noi immagineremmo adatti a loro e che vorremmo fossero loro vicini.
Detto ciò, la preoccupazione per il lusso del tenore di vita di questa ragazza mi pare più che legittima: che abbia tanti soldi sempre con sé a diciassette anni, certo dice di altri scompensi di altra natura. Per quanto ricchi siano i genitori, esiste una misura nel dare soldi in mano a chi è molto giovane e che il denaro deve entrare nell’ottica di imparare a guadagnarselo. Penso che se tua figlia ti parla spesso di questa amica, sia perché da qualche parte di sé lei anche ne è un po’ turbata. Anche il fatto che ti venga a raccontare di come quella sia troppo spavalda con i ragazzi, facendosi avanti e corteggiandoli con messaggi troppo precipitosi per non diventare imbarazzanti e controproducenti (e molto mortificanti per lei stessa), quello anche probabilmente significa che è inquieta, che il comportamento dell’amica non lo comprende, non lo sente sano, né affine. Insomma, non mi pare tua figlia il punto, bensì l’amica. Poverina, certo; forse il solo modo per capirla è capire i suoi perché.
Spesso le famiglie disfunzionali, dove possono, compensano con il denaro e altri privilegi le mancanze che le loro disfunzioni hanno creato nei loro figli. Spesso il metter loro in tasca più soldi del necessario (ovviamente da parte di genitori che possono permetterselo) viene scelto per sostituire gesti d’amore che mancano, nella assurda speranza di potere colmare i buchi e i vuoti che l’assenza di quei gesti ha generato. Nemmeno c’è da stupirsi che questa ragazza si mostri audace con i ragazzi, che prenda troppe iniziative, faccia lei la corte là dove magari sarebbe più bello e dolce venisse corteggiata. L’amore è una fame, e dove non ha cibo, cerca. E magari la troppa solitudine che l’amica di tua figlia conosce, il senso di abbandono che la sfiora e la abita e tante volte la opprime, è quella a farla «sbagliare». Magari le è stato trasmesso in modo subliminale il concetto che l’amore si possa comprare, ottenere di diritto. L’amore è un diritto ma non ha prezzo, è la cosa più lontana dal principio del denaro che ci sia.
Se con tuo marito ne avrete voglia, continuare a invitare a cena e a pranzo questa ragazza le farà bene. Stare vicino a persone affettuose non le cambierà la vita, ma potrà aiutarla a vedere l’altro alto della medaglia, un mondo di persone che si amano nella gratuità dell’amarsi, nient’altro. Quanto a tua figlia, sembra dal tuo racconto che abbia tutti gli anticorpi per voler bene a questa amica senza farsi ipnotizzare da nessun vestito firmato, o orecchino d’oro, o altra apparenza.