A tavola
Olio e vino, le eccellenze che raccontano la Puglia
Cupertino (Fis): «Ma ora serve più impegno da parte dei produttori»
Presidente, i Cinque Grappoli e le Cinque Gocce raccontano l’escalation dell’eccellenza pugliese. Crescono le aziende che fanno qualità, aumentano le etichette premiate. È la strada giusta?
«La Puglia, negli ultimi cinque anni, ha guadagnato - risponde Giuseppe Cupertino, presidente della Fondazione Italiana Sommelier Puglia - riconoscimenti che gli spettavano da sempre; la qualità è stata finalmente riconosciuta e valorizzata, grazie ad alcuni dei vitigni e delle cultivar di olio e di vino che da patrimonio del territorio sono diventati protagonisti di un mercato che guarda con maggiore attenzione all’autoctonia e alle eccellenze uniche e identitarie».
Quest’anno i migliori vini e oli di Puglia sono stati premiati in un unico, grande evento. Unificare i due comparti ha significato, perFondazione, elevare l’olio alla stessa dignità del vino?
«Questo era l’anno giusto per celebrare l’olio insieme al vino. Era uno di quei sogni che aspettavamo di realizzare da tempo. Abbiamo profuso tutte le nostre forze affinché, in Puglia, l’olio avesse la stessa rilevanza, in termini di attenzione e celebrazione, del vino. È stata una grandissima soddisfazione esaltare queste due materie prime in un’unica, bellissima festa pugliese».
Olio e vino, in Puglia, significano anche oleoturismo ed enoturismo.
«Questi segmenti rappresentano un’economia territoriale di fondamentale importanza, significativi all’interno dell’economia su scala nazionale. La materia prima non viene soltanto venduta, ma diventa strumento essenziale di promozione turistica: le potenzialità sono straordinarie. La Puglia sta vivendo un momento di grandissimo successo, oltre che per le meraviglie paesaggistiche, anche e soprattutto per i prodotti della sua agricoltura. Oleoturismo ed enoturismo sono una di marketing fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio e, in questo senso, la Regione Puglia sta facendo tantissimo».
Siamo alla vigilia del Vinitaly. Pensa che la presenza della Puglia nelle grandi fiere di settore sia ancora importante?
«Come Fondazione, a Verona così come nelle fiere più importanti, siamo sempre presenti, consapevoli dell’importanza strategica del nostro territorio a livello nazionale. La Puglia è terra d’incontro tra Oriente e Occidente, la nostra è una valenza mondiale. Verona è una vetrina importante, così come lo è stata quella di Düsseldorf, dove abbiamo rappresentato la nostra regione del vino. Non ambiamo a voler portare in questi grandi contesti la nostra produzione, ma a continuare il progetto per portare i grandi buyers e i giornalisti di settore nella nostra regione. Non è un padiglione che fa la regione. Semmai, è la regione, con i suoi luoghi e le sue persone, che può fare la differenza. Ecco perché auspichiamo che il flusso dei players sia direzionato anche verso la nostra terra, così come è avvenuto qualche mese fa con il progetto di EnoEvoPuglia».
Secondo lei, i giovani sono consapevoli delle opportunità professionali dei sommelier dell’olio e del vino?
«La Fondazione Italiana Sommelier è la formazione; la nostra è la grande fondazione titolata a creare i professionisti del mondo del vino e dell’olio. L’attenzione dei giovani verso l’agricoltura e la cultura del vino e dell’olio è cresciuta tanto. I dati parlano chiaro: oltre il 75% dei nostri corsisti ha un’età inferiore ai 35 anni; i corsi dell’olio che teniamo nelle scuole ci regalano belle soddisfazioni. I piccoli di oggi sono gli adulti di domani. Sta a noi saper indirizzare e stimolare i protagonisti di quest’avventura».
E aziende del territorio hanno compreso l’importanza di queste figure?
«Se i giovani hanno ben compreso l’importanza di coltivare questa conoscenza, le aziende, purtroppo, non sono ancora all’altezza di questa consapevolezza. Sono critico perché se la materia è importante, è altrettanto importante comunicarla. Manca lo stimolo a far sì che la gente possa veramente apprezzare un prodotto che viene dalla qualità assoluta. Immaginate quanto possa essere controproducente fare qualità e poi essere carenti in termini di comunicazione. Il messaggio che intendiamo trasferire in questi nostri momenti di condivisione è proprio questo: l’importanza di investire sul personale e sulla comunicazione del prodotto per vincere la sfida della globalizzazione. Non dobbiamo dare tutto per scontato: l’impegno portato avanti dalle associazioni no profit come la nostra va sostenuto, sia istituzioni, come avviene in Puglia, che dalle singole aziende».