Multe e mazzette

Polstrada, tra i 6 agenti arrestati una chat segreta su Whatsapp

E il Capo della Polizia, Gabrielli, annuncia una linea di rigore: chi sbaglia in divisa sbaglia due volte

C’era persino un gruppo Whatsapp nel quale i sei poliziotti indagati si scambiavano informazioni sui colleghi che indagavano sul loro conto. Comunicavano gli spostamenti oppure le stranezze: come ad esempio aver intravisto uno dei colleghi della Polizia stradale, che ha sede in corso Italia, negli uffici della Questura in via Palatucci. Ma nel gruppo chiamato «Sezione Taranto» ci sono poliziotti che nulla a che fare con queste strane operazioni e uno di loro decide di vederci chiaro. «Questi – scrive il giudice nell’ordinanza – era stato inserito nel suddetto gruppo Whatsapp (…) e non comprendendo inizialmente l’esatto significato di alcuni di questi messaggi, essendo egli estraneo ai fatti in contestazione, ma avendo comunque ipotizzato che gli stessi potessero fare riferimento ad attività investigativa interna, aveva inteso dissociarsi e rilevarne il contenuto ai suoi superiori».

Agli inquirenti arrivano così altre conferme su ciò che gli indagati stanno organizzando per scoprire i dettagli dell’inchiesta. Nel frattempo, però, gli investigatori annotano anche il tentativo di screditare i colleghi attraverso gli esposti anonimi.
È il 10 ottobre 2016, a bordo dell’auto di servizio Galeandro e Dimastrochicco pianificano la ritorsione nei confronti del collega.
Ma evidentemente il tentativo non offre risultati immediati e quindi la rabbia cresce e proprio Galeandro qualche settimana più tardi è intercettato nuovamente: «Mica c’è bisogno che fa gli esposti anonimi? Io ti spezzo le gambe, ti faccio ruzzolare le scale e poi ti porto all’ospedale e dico che sei caduto dalle scale. Mica vale la pena di fare gli esposti anonimi? Io ti spezzo le gambe. Noi questo lo dobbiamo colpire…»

«Chi sbaglia in divisa sbaglia due volte». È il commento del capo della Polizia, Franco Gabrielli che ha commentato durante un convegno della Uil a Bologna, l’arresto dei sei poliziotti della Polstrada . «Non mi sono stracciato le vesti – ha spiegato Gabrielli – per il fatto che nella mia famiglia qualcuno ha sbagliato» evidenziando al contempo «la capacità dei corpi sani di espellere le situazioni di criticità, individuare le criticità, e di sanzionare chi sbaglia». Frasi che hanno voluto mettere in evidenza come sia stata la stessa Polizia a indagare e arrestare i sei colleghi ritenuti «infedeli».
[Francesco Casula]

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