Taranto, anche un sit in pro Gaza davanti alla Prefettura
Il movimento «Taranto per la Palestina»: «Il porto di Taranto non deve essere complice di genocidio: nessun chiodo deve arrivare in Israele»
Nel giorno della mobilitazione in segno di solidarietà alla Palestina e alla Flotilla una parte di manifestanti che ha partecipato al corteo per le vie del centro di Taranto ha raggiunto la Prefettura tenendo un sit-in. Le forze dell’ordine, a scopo precauzionale, hanno disposto la chiusura del portone principale. Presenti anche gli attivisti del movimento Taranto per la Palestina.
«Siamo qui - hanno spiegato - per pretendere un incontro con le autorità competenti, chiedere piena responsabilità politica all’Eni e alle istituzioni sulla partenza della Seasalvia», la nave petroliera che ha attraccato nei giorni scorsi a Taranto per caricare greggio destinato - secondo denunce sindacali e di associazioni - all’aviazione militare israeliana. Dopo il rifornimento, Seasalvia è poi ripartita alla volta di Port Said in Egitto.
«Il porto di Taranto - aggiunge il movimento - non deve essere complice di genocidio: nessun chiodo deve arrivare in Israele. Oggi scioperiamo in tutta Italia per bloccare tutto».
LE PAROLE DEL SINDACO
«Oggi Taranto ha alzato la voce per la pace. Il corteo partito dall’Arsenale e lo sciopero generale proclamato da Cgil e Usb hanno ricordato che non possiamo restare in silenzio davanti al massacro di Gaza e agli attacchi contro la missione umanitaria Global Sumud Flotilla». Lo afferma il sindaco di Taranto Piero Bitetti nel giorno della mobilitazione promossa da Cgil e Usb in segno di solidarietà alla Palestina e alla Flotilla.
«Come sindaco - aggiunge - esprimo il pieno rispetto per chi ha scelto di manifestare in modo pacifico, unendo la nostra città a una mobilitazione nazionale che chiede il cessate il fuoco, la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale».
Taranto «conosce - osserva il primo cittadino - cosa significa subire ingiustizie e sacrifici. Per questo sente il dovere di stare dalla parte delle vittime e di chi lavora per la pace. Ringrazio i lavoratori dei servizi pubblici che hanno aderito allo sciopero garantendo comunque le fasce essenziali».
«Taranto - conclude Bitetti - vuole essere porto di pace nel Mediterraneo. Chiedo al Governo italiano e all’Unione Europea di farsi promotori di un’azione immediata per fermare le violenze e aprire alla diplomazia»