I movimenti
Nave Seasalvia in porto a Taranto, attivisti: «No greggio per Israele». Sindacalista aggredito
I manifestanti hanno annunciato ulteriori iniziative per cercare di «scongiurare il rifornimento», come possibili sit-in davanti alla raffineria per impedire il passaggio delle autobotti
Ha attraccato ieri sera al porto di Taranto la nave Seasalvia che dovrebbe imbarcare 30mila tonnellate di greggio destinate all’aviazione militare israeliana. Una volta appresa la notizia cittadini e attivisti - tra cui Usb, Cobas, movimento Taranto per la Palestina, Giustizia per Taranto, Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti e altre realtà locali - si sono radunati al varco est così come era accaduto due giorni prima quando la mobilitazione aveva di fatto impedito lo svolgimento delle operazioni. Ma la nave era rimasta nel Golfo di Taranto e nelle ultime ore è stato autorizzato l’approdo.
Gli attivisti hanno annunciato ulteriori iniziative per cercare di «scongiurare il rifornimento di greggio», come possibili sit-in davanti alla raffineria per impedire il passaggio delle autobotti. Intanto, si è appreso che una volta lasciata Taranto, la petroliera andrà a Porto Said e non più in Israele.
Al presidio di ieri sera non sono mancati i momenti di tensione tra gli stessi manifestanti. l’Usb riferisce che un proprio dirigente è stato colpito con una borsetta al viso e ha riportato una ferita vicino un occhio che ha richiesto tre punti di sutura.
La protesta contro l’arrivo della nave Seasalvia si intreccia con la manifestazione indetta dal coordinamento per la Palestina in programma questa mattina a Grottaglie, dove è previsto un corteo che dalla cittadina raggiungerà lo stabilimento Leonardo.
L’attracco nella nave Seasalvia, sottolinea l’organizzazione sindacale, «costituisce un elemento che pensiamo debba essere affrontato dalla piazza di Grottaglie, per condividere modalità e forme della nostra opposizione. Il nostro intento è il blocco di ogni attività della Raffineria Eni di Taranto fino a quando non verranno fermate le operazioni di carico del greggio e la nave non lascerà il porto vuota».
Per il movimento Giustizia per Taranto l’autorizzazione al rifornimento di greggio per l’aviazione militare israeliana rapppresenta «un gesto gravissimo che, di fronte al genocidio in corso a Gaza, suonerebbe come uno schiaffo alla nostra città e alla sua rabbia».