Il siderurgico
Ex Ilva, scaduto l’ultimatum per presentare le offerte
Il nodo dell’acquisizione, in vendita gli asset di Acciaierie d’Italia
Oggi si scrive una pagina cruciale per il futuro dell’ex Ilva di Taranto. Il 26 settembre 2025 è scaduto il termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione degli asset di Acciaierie d’Italia, un passaggio che tiene con il fiato sospeso l’intera città da mesi. L’impianto, il più grande d’Europa, non è solo un polo industriale: con circa 8.000 lavoratori diretti e migliaia di famiglie legate all’indotto, rappresenta il cuore economico di Taranto e il barometro della stabilità sociale della regione.
Il bando, aggiornato ad agosto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso, riguarda l’intero complesso aziendale: Ilva in Amministrazione Straordinaria, Acciaierie d’Italia e società collegate. Il valore stimato degli asset, comprensivi di magazzini e impianti, si aggira intorno a 1,5 miliardi di euro. Ma l'ex Ilva - va detto - è un gigante dai piedi d'argilla che ha accumulato due miliardi di perdite in meno di due anni, gravato da vincoli ambientali rigidissimi e sul cui capo pende un sequestro giudiziario con facoltà d’uso che si protrae dal 2012.
L'ultimatum è scaduto alla mezzanotte del 26. Le voci arrivate da Roma nella tarda serata di ieri riportano un quadro molto fluido sui principali attori rimasti in gioco...