Il caso
Taranto, canile «San Raphael»: gestione alla Kratos
Ma la «coda» giudiziaria potrebbe far saltare tutta la procedura
Il Comune di Taranto ha ufficialmente aggiudicato la gestione dei servizi del canile San Raphael alla cooperativa Kratos, per un importo contrattuale complessivo di 1 milione 490mila euro (Iva inclusa). Per la cronaca, poco più di un anno fa, sempre la Kratos si era aggiudicata la gestione del canile sanitario sin da subito contestata, però, da alcune associazioni per quel che riguarda il soccorso e l’assistenza a cani e gatti randagi (accuse respinte dalla stessa coop).
Tornando al bando di gara per il “San Raphael”, il termine per presentare le offerte era scaduto il 24 giugno scorso, e l’unica offerta pervenuta era stata proprio quella della cooperativa sociale tarantina. La commissione giudicatrice ha poi valutato l’offerta della Kratos secondo il criterio del miglior rapporto qualità-prezzo, attribuendo un punteggio massimo di 70 punti all’elemento tecnico e 30 a quello economico e così la coop ionica ha raggiunto il punteggio complessivo di 100/100, presentando un ribasso del 5,11 per cento rispetto all’importo indicato nel bando comunale.
Il contratto sottoscritto tra il Municipio e l’aggiudicataria dell’appalto ha, però, una clausola speciale. Il canile San Raphael, infatti, dieci anni fa, è stato al centro di complesse vicende legali. In particolare, in seguito al sequestro preventivo del 2015, il Comune aveva ottenuto la facoltà d’uso del bene. Successivamente, una sentenza della Corte d’Appello di Lecce e il rigetto di un ricorso da parte della Corte di Cassazione hanno revocato la confisca, ma sull’immobile c’è ora una procedura esecutiva.
Nonostante questo, il giudice delle esecuzioni del Tribunale di Taranto ha autorizzato l’Amministrazione comunale a continuare a usare la struttura fino alla sua vendita coattiva, a condizione che venisse indetta una nuova gara d’appalto. Per questo motivo, il Municipio ha introdotto nel contratto la cosiddetta clausola risolutiva espressa in base alla quale, pur avendo una durata triennale, l’accordo si risolverà automaticamente in caso di trasferimento dell’immobile a terzi, senza che la Kratos possa avanzare alcuna richieste di indennizzo o risarcimento.
Un aspetto importante dell’offerta è la tutela dei lavoratori. La Kratos, infatti, assumerà i sette dipendenti già impiegati dal precedente appaltatore, garantendo loro la continuità occupazionale, lo stesso livello di inquadramento, l’identico monte ore settimanale e la piena conservazione dell’anzianità.
In realtà, la commissione giudicatrice in un primo momento ha riscontrato alcuni scostamenti rispetto alle stime dei costi della manodopera, e ha poi ritenuto necessario fare una verifica di congruità. E così, dai controlli effettuati è emerso che quelle differenze erano riconducibili a legittime scelte organizzative della cooperativa aggiudicataria e non compromettevano il rispetto dei minimi retributivi previsti dalla legge e dai contratti collettivi. Dunque, il costo della manodopera, pari a 548mila 477 euro per il triennio, è stato ritenuto dalla commissione “congruo e sostenibile”.
Infine, in realtà, per evitare “situazioni di pericolo per persone, animali, cose, per l’igiene e la salute pubblica e per garantire la continuità del servizio”,così come si riporta dagli atti adottati, il Comune di Taranto ha disposto in favore della Kratos l’esecuzione anticipata delle prestazioni contrattuali a partire dalla sottoscrizione del verbale di avvio del servizio, dunque senza attendere la conclusione di tutti gli aspetti formali collegati all’aggiudicazione della gara.