Il tavolo

Aumenta la tassa di soggiorno a Martina Franca, il «no» di CasaImpresa

Ottavio Cristofaro

Per gli hotel si passa da 1 euro a 1,50 e per i b&b da 80 centesimi a 1 euro

Una comunicazione a sorpresa e l’assenza di confronto con gli operatori del settore. È questo il clima che si respira a Martina Franca dopo la decisione del Comune di aumentare la tassa di soggiorno, con le nuove tariffe sulla cui entrata in vigore si discute a stagione turistica in pieno svolgimento.

L’aumento, deliberato a dicembre 2024 ma tenuto in sospeso per mesi, porta la tariffa per gli hotel da 1 euro a 1,50 euro e quella per le strutture extra-alberghiere da 80 centesimi a 1 euro. La tempistica è il punto più critico: la notizia è stata comunicata solo il 17 luglio tramite il sito del Comune, cogliendo di sorpresa gli operatori del settore.

Il Tavolo dell’Osservatorio del Turismo, che riunisce rappresentanti di Confcommercio, Federalberghi, Pro Loco e altre associazioni di categoria, si è autoconvocato per discutere la situazione. Il presidente di Confcommercio Martina Franca, Michele Deanna, aveva sottolineato come la notizia fosse circolata inizialmente in una chat privata, prima ancora di una comunicazione ufficiale. Questo comportamento, secondo l’Osservatorio, mina il dialogo sociale e la fiducia tra l’Amministrazione e gli operatori economici, che si sentono scavalcati e non considerati come partner. L’Osservatorio aveva anche chiesto maggiore trasparenza sull’uso dei proventi della tassa di soggiorno, ribadendo che solo un utilizzo chiaro e mirato al miglioramento dei servizi turistici può giustificarne l’aumento.

Anche Confesercenti CasaImpresa Taranto ha espresso il proprio dissenso, pur ritenendo l’aumento in linea con le tariffe di altri comuni limitrofi. In un incontro con gli assessori comunali al turismo e al bilancio, l’associazione ha ribadito che il problema non è l’entità dell’aumento, ma le modalità e le tempistiche di applicazione. In particolare, Confesercenti ha evidenziato come il regolamento comunale del 2018 stabilisca che le variazioni dell’imposta debbano entrare in vigore solo dopo un anno dalla loro adozione. L’associazione ha chiesto un chiarimento su questo punto e ha proposto di rinviare l’entrata in vigore delle nuove tariffe per non penalizzare le strutture ricettive. L’Amministrazione si è mostrata disponibile a valutare la richiesta e ha accettato di discutere ulteriori proposte di modifica al regolamento, come l’equiparazione delle tariffe tra hotel e strutture extra-alberghiere e l’introduzione di una classificazione per queste ultime.

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