La sentenza

Taranto, morì di infarto dopo una violenta lite per strada: giudice proscioglie un 46enne

Alessandra Cannetiello

L’unico testimone ascoltato in aula ha infatti ritrattato le accuse, i fatti a luglio 2021

È stato prosciolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale il 46enne tarantino che era stato accusato di aver causato l’infarto di un 50enne con il quale alcune ore prima aveva avuto un diverbio acceso. A deciderlo è stato il giudice Gianna Martino che al termine dell’udienza preliminare ha accolto la tesi portata avanti dal difensore dell’uomo, l’avvocato Daniele Lombardi. Nel corso dell’udienza la difesa aveva infatti insistito per ascoltare un testimone che secondo l’accusa aveva identificato proprio nel 46enne il responsabile di quella aggressione. Sentito in aula, tuttavia, il teste ha sostanzialmente ritrattato. A coordinare l’inchiesta era stato il procuratore aggiunto Enrico Bruschi che alcuni mesi fa aveva chiesto il rinvio a giudizio nei confronti del tarantino e che ha dovuto chiedere il non luogo a procedere.

I fatti risalgono al luglio 2021 quando in via Mazzini, nel centro di Taranto, il 46enne si ritrovò ad affrontare una discussione con un 50enne e altri parenti di quest’ultimo che lo avrebbero circondato e aggredito con calci e pugni: una vera e propria gragnola di colpi da cui il 46enne sarebbe però riuscito a scappare. In realtà, l’uomo, secondo la tesi della pubblica accusa, era tornato poco dopo in compagnia di un parente e due mazze da baseball: un ritorno che avrebbe messo in fuga la vittima che si era poi velocemente allontanata dal posto in preda alla paura. Poco dopo però, quest’ultimo era stato trovato accasciato e senza vita: il 50enne era infatti affetto da una patologia cardiaca e in passato era stato sottoposto a una serie di interventi chirurgici per l’applicazione di peacemaker e altri dispositivi medici. Sono stati i familiari a condurlo all’ ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto: un tentativo disperato quanto vano visto che purtroppo ma purtroppo non c’era più nulla da fare.

La moglie del 50enne ha immediatamente chiamato il 113 e un equipaggio della Squadra Volante era giunto all’obitorio: l’ascolto delle prime testimonianze delle persiane che avevano assistito alla scena erano state determinanti per l’avvio delle indagini che si erano concentrate proprio sulla figura del 46enne.

Per la procura, l’imputato, nel corso di quella prima furibonda colluttazione che lo avrebbe visto al centro di numerosi colpi inflitti da più persone, aveva colpito con uno schiaffo la vittima. Una ricostruzione alla quale, evidentemente il gup Gianna Martino non ha ritenuto di aderire: per comprendere appieno la decisione del magistrato, si dovrà però attendere il deposito delle motivazioni della sentenza.

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