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Cinzella e il «caso P38», la replica: «Comune Grottaglie e INAIL non hanno scelto gli artisti, la band è solo provocazione artistica»

La nota firmata dal presidente dell'APS AFO6 Gianni Raimondi: «Non si è mai verificato un solo problema degno di nota. Il lavoro sinergico con questura, carabinieri, polizia municipale, protezione civile, assessori e consiglieri è stato fondamentale per costruire un evento complesso e articolato come il Cinzella»

Dopo alcuni giorni di silenzio seguiti alla dura presa di posizione della segreteria provinciale FSP della Polizia di Stato sulla presenza della band P38 al prossimo Cinzella Festival, in programma il 18 e 19 luglio 2025 alle Cave di Fantiano, l’associazione organizzatrice APS AFO6 interviene per chiarire le proprie posizioni e rispondere punto su punto alle accuse mosse nei giorni scorsi.

La nota del sindacato aveva espresso «sgomento per quella che riteniamo una scelta istituzionale gravissima e profondamente irrispettosa nei confronti delle Forze dell’Ordine e di tutte le vittime del terrorismo», scagliandosi contro la direzione del festival e, indirettamente, contro il Comune di Grottaglie e l’INAIL, colpevoli – secondo la sigla sindacale – di aver patrocinato l’iniziativa.

“Comune e INAIL non hanno scelto gli artisti”

Nella lunga replica firmata dal presidente Gianni Raimondi, APS AFO6 precisa innanzitutto che Comune di Grottaglie e INAIL non sono responsabili delle scelte artistiche, demandate esclusivamente alla direzione del Cinzella Festival e all’associazione stessa. La collaborazione con INAIL, sottolineano, non si configura come patrocinio ma come parte di un progetto educativo sottoscritto lo scorso 18 febbraio, senza alcun riferimento alla lineup artistica.

Il progetto si è già concretizzato in iniziative con importanti ricadute sociali: la giornata “Ma sicuro che siamo sicuri” per gli studenti tarantini, un modulo formativo inserito nel master “Responsabile produzione eventi” e la realizzazione di tre podcast crime curati da studenti degli istituti “Pacinotti”, “Pitagora” e “Vittorino da Feltre”, dedicati alle storie di Francesco Zaccaria, Cosimo Massaro e Alessandro Morricella, vittime di infortuni mortali sul lavoro.

Per quanto riguarda il patrocinio del Comune di Grottaglie, al momento della concessione era stato definito solo il contratto con i P.I.L., band di caratura internazionale. «La fiducia dell’amministrazione verso il nostro operato si fonda su sette anni di lavoro che hanno contribuito a rendere internazionale il brand “Grottaglie” e “Cave di Fantiano”, portando decine di migliaia di spettatori da tutto il mondo», scrive Raimondi.

Una storia di collaborazione con le istituzioni

Il presidente di AFO6 rivendica inoltre la piena collaborazione con tutte le istituzioni sin dalla prima edizione del festival nel 2018: «Non si è mai verificato un solo problema degno di nota. Il lavoro sinergico con questura, carabinieri, polizia municipale, protezione civile, assessori e consiglieri è stato fondamentale per costruire un evento complesso e articolato come il Cinzella».

Per questo motivo l’organizzazione rigetta con fermezza «l’accusa di voler schiaffeggiare la memoria, la legalità e la giustizia», giudicando incomprensibile anche il riferimento nella nota FSP ad una recente tragedia che ha colpito la comunità.

Su P38: “Provocazione artistica, non reato”

La band P38, finita nel mirino del sindacato, è definita nella nota «disturbante», con una narrativa fatta di riferimenti alla lotta armata e al terrorismo degli anni Settanta. Tuttavia, l’associazione sottolinea come la giustizia abbia già fatto il suo corso: le accuse di istigazione a delinquere e apologia di reato mosse nel 2022 sono state rigettate sia dal Tribunale del riesame di Torino che dalla Corte di Cassazione.

La Cassazione, si legge nel documento citato, ha riconosciuto che si tratta di attività artistico-musicale nel genere trap, un linguaggio spesso provocatorio, ma che «uno Stato liberal-democratico saldo e maturo non ha né deve avere timore di queste provocazioni». L'assenza di pericoli per l’ordine pubblico, prosegue la Corte, rende queste espressioni tollerabili e non sanzionabili.

Libertà d’espressione e responsabilità educativa

AFO6 evidenzia infine un tema più ampio: il rischio della censura. «Impedire a un artista di esibirsi è un autogol clamoroso», si legge nel comunicato, che richiama anche il caso recente del Capodanno romano e del rapper Tony Effe.

«In un’epoca in cui la libertà d’espressione è minacciata su più fronti», prosegue Raimondi, «non possiamo accettare che ogni espressione scomoda venga etichettata e repressa. Se sventoli la bandiera palestinese sei antisemita, se ti chiami AFO6 sei colluso con l’industria inquinante, se fai resistenza passiva sei un criminale. Ma chi va in giro a celebrare il ventennio non ha nulla da temere».

Educare, non censurare

La conclusione della nota è un invito a costruire consapevolezza e spirito critico: «È legittimo essere disturbati da certi messaggi, ma la risposta non è reprimerli. Dobbiamo educare le nuove generazioni a sviluppare anticorpi culturali, a maturare coscienza critica e a capire, approfondire, scegliere. Non sono stupidi, come troppo spesso li raccontiamo. Se gliene diamo l’opportunità, saranno loro a sorprendere noi».

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