L'inchiesta
Stalking all’ex marito per 10 anni: indagata una 44enne tarantina
Minacce telefoniche e via mail per provare a «distruggerlo»
TARANTO - È accusata di aver reso la vita dell’ex coniuge un inferno per almeno un decennio, una 44enne campana attualmente indagata dalla procura di Taranto per stalking nei confronti dell’ex marito, un tarantino di 51 anni.
Un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Francesca Colaci che ha notificato alla donna l’avviso di conclusione delle indagini anche per il reato di violazione degli obblighi di visita ai figli, imposti dal tribunale. Un quadro che è stato possibile ricostruire attraverso le denunce - la prima nel 2022 - che l’ex marito della 44enne ha presentato negli ultimi anni.
Secondo l’accusa la donna avrebbe messo in atto una serie di condotte che per anni avevano via via portato l’uomo a vivere in uno stato di ansia e angoscia: dagli insulti in presenza dei loro figli minorenni, fino alle chiamate sul luogo di lavoro, al solo scopo di metterlo in imbarazzo di fronte ai colleghi. Da una gelosia incontrollata, per la procura la 44enne era arrivata a vere e proprie molestie attraverso l’indirizzo di posta elettronica della vittima. Minacce di farlo arrestare oppure di «distruggerlo» in sede giudiziaria, dove infatti si sarebbe consumata una vera e propria vendetta per quel matrimonio finito. Non solo offese e minacce, dunque, ma anche incursioni al lavoro e a casa e, come accennato, la violazione degli obblighi di visita: era la 44enne infatti, per gli inquirenti, a stabilire quando e come l’ex coniuge poteva vedere i propri figli.
Un continuo e incessante accanimento nei confronti dell’uomo, nonostante il 51enne non avesse mai mancato di corrispondere il mantenimento alla ex moglie e ai figli: nell’arco di 10 anni, infatti, la vittima ha dichiarato di aver sempre pagato quanto stabilito dal tribunale, corrispondendo oltre 300mila euro. Sotto il ricatto di non fargli più rivedere i figli, la 44enne avrebbe anche intrapreso tutta una serie di azioni civili e penali sui beni e le quote societarie riconducibili all’uomo portandolo in una condizione di prostrazione.
Nel termine dei 20 giorni la 44enne avrà ora la facoltà di presentare attraverso il proprio difensore memorie o documentazione oppure sottoponendosi alle domande del magistrato che all’esito di tali attività deciderà se archiviare o confermare le accuse a suo carico. Intanto, l’ex marito della donna, è pronto a costituirsi parte civile attraverso l’avvocata Luisa Sibilla.