lavoro e territorio
Taranto, lavoratori ex Isolaverde: nubi sul futuro di 80 famiglie. Prima di Pasqua vertice in Regione
L’ultimo assegno dell’indennità di disoccupazione accreditato martedì. Si spera nei progetti per realizzare la grande area verde urbana
L’ultimo assegno dell’indennità di disoccupazione (Naspi) è stato accreditato martedì: 500 euro o poco più. E ora, già a partire da maggio, si addenseranno nuovamente delle minacciose nubi sul futuro degli 80 ex lavoratori dell’ormai fallita società partecipata della Provincia, Taranto Isolaverde. Che, in questi ultimi anni di precariato, sono stati prima inseriti in un progetto di bonifica denominato “Verde amico” e poi, più di recente, in un altro ribattezzato invece “Green passage”. Ma da un anno ormai, terminata la virtuosa collaborazione (e le risorse finanziarie) tra Governo, Regione e Comune di Taranto, sono infatti disoccupati.
La speranza e il (cauto) ottimismo che si respira in alcuni di loro sono riposti in una riunione che il presidente della task force regionale per l’occupazione, Leo Caroli, ha convocato a Bari poco prima di Pasqua. L’obiettivo del confronto tra la stessa Regione, i sindacati e l’Amministrazione comunale di Taranto (che negli ultimi anni li aveva assunti a tempo determinato nella società controllata, Kyma Servizi) è quello di verificare se ci siano o meno le condizioni per riprendere la traccia già lanciata qualche mese fa. Quale? Inserire questi operatori precari in uno dei progetti finanziati per l’area ionica dall’Europa, nell’ambito del programma Jtf (Just transition fund) che stanzia complessivamente per Taranto 800 milioni di euro. Tra questi, quello che potrebbe far uscire gli 80 ex Isolaverde dal tunnel (almeno provvisoriamente) è il progetto per la realizzazione della Green belt (dall’inglese, cintura verde) che altro non è se non una grande area verde urbana che dovrebbe circondare il territorio in quattro aree diverse tra loro. Del resto, si tratterebbe di una soluzione piuttosto logica visto che questi addetti sono stati impegnati per anni in operazioni di, come si dice in gergo, bonifica leggera.
In realtà un ostacolo, manco a dirlo, c’è. Anzi, due. Il primo: il Piano esecutivo di gestione varato dal Governo per realizzare la cosiddetta Green belt prevede che le attività inizino solo nel primo trimestre 2026. Il secondo: il Comune di Taranto è commissariato e Giuliana Perrotta, che regge il Municipio, è ora tenuta solo agli atti di ordinaria amministrazione. Nel primo caso, magari anche grazie al probabile pressing istituzionale della Regione e alle possibili iniziative delle organizzazioni sindacali, la situazione potrebbe essere anche modificata, ma ammesso che questo sia possibile a livello procedurale. Trattandosi di fondi comunitari, infatti, si dovrà valutare la possibilità di cambiare effettivamente il cronoprogramma inserito nel Piano esecutivo di gestione. Nel secondo caso, infine, la speranza è che la commissaria Perrotta, pur essendo in effetti tenuta all’ordinaria amministrazione, possa predisporre ugualmente gli atti considerata la rilevanza sociale di questa vertenza occupazionale.
Non resta che attendere, dunque. Nel frattempo, però, il tempo scorre inesorabile e, senza una soluzione, questi 80 lavoratori (e le loro famiglie) rischiano seriamente di ritrovarsi, a breve, senza alcuna rete di protezione per vivere. Anzi, per sopravvivere.