Le trattative
Comunali, centrodestra imballato su Taranto: verso derby al primo turno Lazzaro-Tacente
La coalizione cerca l’unità ma sul tavolo ci sono le proposte del presidente di Confagricoltura (FdI) e dell’avvocato civico (Lega)
Anche ieri da Roma non è arrivata notizia di una fumata bianca per il centrodestra nelle amministrative di Taranto: con questo consolidato orizzonte ai blocchi di partenza la coalizione si dividerà tra due candidati. Forza Italia e Fratelli d’Italia si preparano a sostenere il candidato civico Luca Lazzaro, imprenditore e presidente regionale di Confagricoltura (l’alternativa rappresentata dal consigliere regionale azzurro Massimiliano Di Cuia ha perso slancio nelle ultime ore), mentre la Lega sarà della partita giocando nella squadra dell’avvocato Francesco Tacente, promotore di una coalizione civica, con ex consiglieri comunali e assessori. Il Carroccio sta già preparando la lista «Prima Taranto», e chi è vicino ai vertici locali fa sapere che è ormai quasi completa.
La querelle Taranto è seguita a livello nazionale dai delegati dei leader dei partiti della maggioranza di governo: seguono passo passo le vicende della città ionica il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, il capo dell’organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, e il vicesegretario della Lega, Claudio Durigon. La discussione riguarda tutti i comuni al voto, ma il test del capoluogo ionico ha un pregnante valore politico per la posta in gioco: sulla città il governo ha scommesso non solo affrontando di petto la questione Ilva, ma anche impegnandosi in una strategia che prova a rendere Taranto una delle capitali di arte, cultura e innovazione. A questi obiettivi programmatici va anche aggiunto il ruolo decisivo di Palazzo Chigi (e dell’allora ministro Raffaele Fitto) nell’accelerare i lavori per la realizzazione dell’infrastrutturazione sportiva per i «Giochi del Mediterraneo», grazie al lavoro svolto dal manager indicato da Roma, Massimo Ferrarese.
Allo stato le posizioni tra i partiti pugliesi di centrodestra sono distanti: Fratelli d’Italia, che tiene contatti sulle trattative anche con Arianna Meloni (capo della segreteria politica) e il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, ritiene che il primo partito della coalizione non possa cedere anche Taranto, dopo aver accolto le indicazioni degli alleati per Lecce, Brindisi, Barletta e Foggia. Forza Italia tenta una mediazione (e non avrebbe escluso un nome terzo unificante), mentre i salviniani sono interessati ad allargare all’area civica, orfana dopo l’esperienza fallimentare della seconda giunta del sindaco Rinaldo Melucci.
Frantumare la coalizione conservatrice avrebbe un possibile impatto sugli equilibri nazionali: sono note le frizioni tra meloniani e leghisti in Veneto per il post Zaia, in Campania Fdi e azzurri si contendono la candidatura del candidato governatore, mentre su ogni braccio di ferro pende la spada di Damocle della Consulta, che potrebbe rivoluzionare gli attuali piani dando il via libera al terzo mandato dei governatori.
In questo complesso scacchiere tra Roma, Veneto, Campania, Puglia, la partita di Taranto resta in sospeso con divisioni a destra, ma anche a sinistra. Nella città una volta colonia spartana, non è mai nato il campo largo: la lista di Michele Emiliano, Con, e il Pd hanno scelto di candidare Piero Bitetti, mentre i grillini, con il vicepresidente nazionale Mario Turco in testa, sostengono la proposta di Annagrazia Angolano, una giornalista che interpreterebbe meglio le istanze programmatiche e di rinnovamento della base movimentista. E tra una ventina di giorni bisognerà anche completare la burocrazia necessaria a presentare le liste…