l’inchiesta
Martina Franca, truffa agli anziani: carabiniere e avvocato ricorrono al Riesame
La difesa chiede la revoca dei domiciliari
TARANTO - Sarà il tribunale del Riesame, la prossima settimana, a decidere se revocare o confermare gli arresti domiciliari per il carabiniere 41enne Antonio Spinelli in servizio alla stazione di Martina Franca arrestato il 30 dicembre scorso dai colleghi dell’Arma con l’accusa di aver truffato tre anziani a cui avrebbe sottratto circa 200mila euro per estinguere debiti personali. Ma anche per gli altri indagati per cui, alcuni giorni fa, sono scattate le misure. Tra loro anche la moglie dell’uomo, la 38enne Antonella Goffredo, l’avvocato Fernando Rinaldi di Martina Franca e il vicino di casa di uno degli anziani raggirati, Natale Carbotti.
Nei giorni scorsi, accompagnati dai loro difensori, gli avvocati Gaetano Vitale, Donato Muschio Schiavone e Francesco Zaccaria, gli indagati si sono presentati dinanzi al gip Rita Romano per l’interrogatorio di garanzia. Solo la Goffredo, accusata di riciclaggio, si è sottoposta alle domande del magistrato fornendo la propria versione dei fatti, mentre il marito è rimasto in silenzio. Hanno invece rilasciato dichiarazioni spontanee sia Carbotti che Rinaldi, professando entrambi la propria innocenza.
Al primo, il pm Marzia Castiglia contesta di aver contribuito al raggiro contando sul rapporto di fiducia con la vittima. Mentre per il professionista l’accusa è anche di infedele patrocinio. La vittima aveva infatti investito e perso tutti i risparmi e fatto causa alla banca facendosi assistere da Rinaldi: in primo grado aveva ottenuto un risarcimento di 200mila euro, rifiutando di pagare l’onorario del difensore. Soldi che era stato costretto a riconoscergli in seguito alla decisione del tribunale. Quando la banca ha ottenuto il ribaltamento della sentenza e quindi la restituzione di quei soldi, per gli investigatori è entrato in gioco SPinelli che, in accordo con gli altri indagati, lo ha convinto a trasferire 184mila euro sul conto corrente del carabiniere per evitare il pignoramento.
È stata proprio questa operazione segnalata poi dal direttore di filiale come sospetta a dare origine all’inchiesta.