le indagini
Martina Franca, carabiniere arrestato per truffa fa scena muta davanti al gip
Il militare, accusato di aver sottratto 200mila euro a tre anziani per estinguere debiti personali, si avvale della facoltà di non rispondere
MARTINA FRANCA - Si è avvalso della facoltà di non rispondere il carabiniere 41enne Antonio Spinelli in servizio alla stazione di Martina Franca, arrestato il 30 dicembre scorso dai colleghi dell’Arma con l’accusa di aver truffato tre anziani a cui avrebbe sottratto circa 200mila euro per estinguere debiti personali. Finito agli arresti domiciliari, è stato accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Gaetano Vitale, scegliendo di non proferire parola durante l’interrogatorio di garanzia con il gip Alessandra Rita Romano. Successivamente è stata ascoltata anche sua moglie, la 38enne Antonella Goffredo, anche lei sottoposta ai domiciliari, che invece ha risposto alle domande del magistrato, negando ogni addebito a suo carico. La 38enne, difesa dall’avvocato Gaetano Vitale, ha sostenuto di non aver mai preso parte a quei raggiri, di non aver mai conosciuto o saputo dell’anziano a cui è stata sottratta la cifra più importante, confermando altresì di aver avuto negli anni solo rapporti di stretta amicizia con l’uomo della coppia vittima dell’altro raggiro per cui la donna ha ribadito la propria estraneità. L’indagata ha inoltre dichiarato di non essere mai stata al corrente della provenienza del denaro a disposizione del coniuge, ma di avere contezza solo delle scommesse fatte dal marito e di aver deciso per questa ragione di trasferire i soldi accreditati da quest’ultimo sul suo conto corrente, con due bonifici al conto corrente del padre, al solo fine di evitare che Spinelli potesse sperperare anche quel denaro. Dalle carte dell’inchiesta era emerso il volume delle giocate effettuate dal carabiniere indagato: in poco più di tre anni aveva scommesso quasi 800mila euro, con punte di 100mila in un solo mese.
Nella giornata di ieri anche l’avvocato Fernando Rinaldi di Martina Franca, assistito dall’avvocato Donato Muschio Schiavone, accusato di circonvenzione di incapace e infedele patrocino e Natale Carbotti vicino di casa dell’anziano difeso dall’avvocato Francesco Zaccaria, si sono presentati dal gip assistiti dai loro difensori. Entrambi ai domiciliari, Carbotti ha deciso di sottoporsi alle domande sostenendo di aver solo aiutato e assistito l’anziano, mentre Rinaldi ha rilasciato dichiarazioni spontanee affermando la propria innocenza e dichiarando di aver svolto con la massima correttezza il suo mandato nei confronti del cliente. La vittima aveva perso e investito tutti i risparmi e fatto causa alla sua banca facendosi assistere da Rinaldi: in primo grado era riuscito a ottenere un risarcimento di 200mila euro, ma aveva rifiutato di pagare la parcella del suo difensore. Soldi che era stato costretto a riconoscergli dopo che Rinaldi si era rivolto al tribunale. Da qui i loro rapporti si interrompono. Quando la banca presenta e vince il ricorso in secondo e terzo grado, l’anziano scopre di dover restituire quel denaro. Ed è qui, per gli investigatori, che Spinelli, in accordo con sua moglie, l’avvocato Rinaldi e Carbotti, lo convincono a trasferire la somma di 184mila euro sul conto corrente del militare per evitare il pignoramento. Operazione che verrà segnalata poi dal direttore di filiale come sospetta, dando il via così all’inchiesta.
Dalle indagini della Polizia giudiziaria dei carabinieri è emerso che con quel denaro il brigadiere era riuscito a estinguere mutui, prestiti e la cessione del quinto, ma anche ripianato il fido dell’American Express, acquistato nuovi arredamenti e persino un box. Tra giugno 2023 e agosto 2023 ha disposto bonifici per oltre 170mila euro: fondi provenienti, per il pm Marzia Castiglia, dai 20mila prestati da una coppia di anziani e soprattutto dai 184mila euro trasferiti dal conto dell’anziano che viveva solo e in condizioni di estrema indigenza e deceduto alcune settimane fa.