la sentenza

Armi e fiumi di droga nel cimitero di Sava: scattano 18 condanne

Francesco Casula

Condannato a 20 anni «Peppolino»

Si è chiuso con diciotto condanne e tre assoluzioni il processo con rito abbreviato nei confronti delle 21 persone coinvolte nell'inchiesta antidroga denominata «Off limits» che portò alla luce l’organizzazione dedita al narcotraffico che aveva la sua base operativa nel cimitero di Sava. Il giudice Giulia Proto ha infatti accolto la gran parte delle richieste formulate dal pm Milto De Nozza della Direzione distrettuale Antimafia di Lecce che ha coordinato l'inchiesta dei carabinieri: in alcuni casi, inoltre, il magistrato è andato anche oltre le condanne avanzate dall'accusa.

La pena maggiore, a 20 anni di carcere, è stata inflitta per Giuseppe Buccoliero, 56enne conosciuto come «Peppolino Capone», l'uomo che per gli inquirenti era al vertice del gruppo criminale che aveva trasformato il camposanto in una zona privata. Stessa condanna a 20 anni per Antonio Panariti e poi 12 anni e 2 mesi Massimiliano Leone, 12 anni per Teresa Panariti, 11 anni a Daniele e Massimo Di Palmo, 10 anni e 4 mesi a Fabio Tomaselli, 10 anni per Cosimo Storino, 8 anni per Antonella Panariti, 7 anni e 4 mesi per Cataldo Panariti, 7 anni per Amerigo D'Uggento, 5 anni e 2 mesi per Monica Paderi, 4 anni a Carlo di Palmo, 3 anni a Pasquale Storino, 2 anni e 8 mesi a Daniele Leone e 2 anni per Stefano Russo. Il giudice ha poi inflitto 7 anni per Angelo Bernardi (10 anni) e 4 anni e 10 mesi a Cosimo De Santis: per i due le richieste erano di 10 anni di arcere, ma gli avvocati Luigi Danucci e Rosario Frascella hanno ottenuto l'assolzione dall'accusa di aver fatto parte dell'associazione che trafficava droga rimediando così pene decisamente più leggere. Buccoliero e Antonio Panariti, inoltre, sono stati condannati a risarcire per 38mila euro il Comune di Sava che si era costituito parte civile attraverso l'avvocato Andrea Starace.

Sono invece stati assolti da tutte le accuse Carmelo Cannalire, Piera D'Amato e Pietro Storino.

Le attività investigative condotte dai militari dell’Arma e coordinate dalla Dda di Lecce hanno coinvolto imputati residenti tra Sava, Manduria e Francavilla Fontana.

«Qua è tutto off limits» dicevano alcuni di loro ignari di essere intercettati riferendosi al cimitero del comune messapico ritenuto un luogo sacro, ma per motivi illeciti. Tra i loculi e le tombe, infatti, il clan di Buccoliero, ritenuto il principale esponente della criminalità savese, nascondeva droga e armi. Dal quel luogo sacro insomma venivano gestiti fiumi di droga che da Francavilla arrivavano a Sava e venivano poi smerciate nelle diverse piazze di spaccio. Secondo il pm De Nozza era proprio «Peppolino» a guidare il gruppo e a dettare le regole per lo smercio di droga nel paese.

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