Il caso

Sparò a due poliziotti a Taranto: 44enne condannato a 15 anni

Francesco Casula e Alessandra Cannetiello

Pantaleo Varallo riconosciuto colpevole di duplice tentato omicidio

TARANTO - È stato condannato a 15 anni e 7 mesi di carcere Pantaleo Varallo, il 44enne arrestato a gennaio 2022 per di aver tentato prima di rubare una Porsche nella concessionaria Ventriglia e poi per aver aperto il fuoco contro due poliziotti nella centralissima viale Magna Grecia. Lo ha deciso il tribunale di Taranto che, nella serata di ieri, ha emesso la sentenza: il collegio presieduto dal giudice Tiziana Lotito, a latere i magistrati Paola D’Amico e Anna Lucia Zaurito, ha parzialmente accolto la tesi della procura.

Ieri mattina, nella sua requisitoria il pm Vittoria Petronella aveva chiesto la condanna a 18 anni di carcere per Varallo, ma i giudici hanno ridotto la pena riconoscendo la semi infermità mentale accertata dalla perizia chiesta e ottenuta al processo dall’avvocato Andrea Silvestre. Il difensore del 44enne facendo leva proprio sulla relazione del perito aveva chiesto l’assoluzione per il suo assistito o la riduzione della pena visto che già nella fase preliminare l’avvocato Silvestre aveva chiesto il rito abbreviato condizionato proprio allo svolgimento della perizia medica.

Il 44enne, padre di due figli, ex operaio Ilva licenziato per motivi disciplinari e con un passato da guardia giurata, è stato riconosciuto colpevole di duplice tentato omicidio, minacce, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale aggravata e porto illegale di arma da fuoco. L’uomo era accusato anche di tentata rapina aggravata, ma la difesa ha ottenuto la derubricazione in furto che per mancanza di querela è caduta: anche grazie a questo la pena finale è stata decisamente più bassa.

I fatti, come detto, risalgono al 22 gennaio del 2022, quando l’imputato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti aveva cercato di rubare una Porsche Cayenne da 125mila euro alla concessionaria tarantina con la scusa di testare l’auto. A chiamare le forze dell’ordine, fu il titolare dell’attività che riuscì a sventare il furto e ad allontanare il rapinatore. Pochi minuti dopo una volante della polizia riuscì a intercettare Varallo in viale Magna Grecia e gli intimò di fermarsi: l’ex operaio, di tutta risposta, non decise di scappare, ma mentre l’auto della polizia effettuava inversione per raggiungerlo, tornò indietro, tirò fuori la calibro 9 e la puntò ad altezza uomo. Una raffica di colpi in direzione degli agenti e della vettura di servizio.

Nel video che aveva immortalato interamente la scena si vedeva uno dei due poliziotti mentre scendeva dall’auto e si metteva all’inseguimento dell’uomo: pochi fotogrammi dopo il 44enne e la pioggia di fuoco. L’agente colpito al fianco cadde a terra e la rabbia di Varallo si infiammò contro i rinforzi arrivati sul posto per catturalo. Sparò ancora, ma non c’erano più colpi nell’arma. La violenza quel giorno si scatenò contro le forze dell’ordine intervenute con nove colpi di pistola che rischiarono di andare tutti a segno e fare una vera carneficina. Fortunatamente, però, le ferite riportate dai poliziotti furono di lieve entità.

Durante l’interrogatorio di garanzia, l’uomo sostenne di non ricordare nulla di quanto accaduto perché quel giorno era sotto effetto della droga. L’inchiesta coordinata all’epoca dal pm Maria Grazia Anastasia, chiuse subito il cerchio sul responsabile e a distanza di due anni è giunta la sentenza di primo grado.

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