il fatto
Maltrattamenti contro moglie e figli: pena dimezzata per 52enne di Taranto
È caduta l’accusa di violenza sessuale nei confronti della donna che per 20 anni,insieme ai quattro ragazzi, ha vissuto nel terrore fra intimidazioni e minacce
TARANTO - Ridotta a 3 anni di carcere la pena per il 52enne che, con rito abbreviato, era stato condannato a scontare 6 anni e 4 mesi di reclusione in primo grado nel novembre 2023 per maltrattamenti alla moglie e ai figli e per violenza sessuale.
La Corte d’Appello di Lecce – sezione distaccata di Taranto – presieduta dal giudice Giovanna De Scisciolo, si è espressa riformando parzialmente la sentenza del tribunale di Taranto, assolvendo il tarantino - assistito dai legali Pasquale Blasi e Adriano Minetola - dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della moglie e confermando, invece, con pena ridotta a 3 anni, la condanna in primo grado per il reato di maltrattamenti.
Una storia familiare segnata dall’inizio della relazione tra i due da intimidazioni, violenze psicologiche, fisiche e minacce, durate 20 anni, arrivando a coinvolgere in quel regno di terrore i quattro figli della coppia, fin dalla loro tenera età.
Una escalation di violenza il cui epilogo è avvenuto nel 2023: dapprima con la misura cautelare ai domiciliari e poi, dopo un video di minacce pubblicato dal 52enne e rivolto alla ex moglie su TikTok culminando nel suo arresto in carcere.
Quando nel 2023 la donna aveva infine deciso di separarsi dall’uomo, questo era arrivato ad appiccare un incendio nella loro abitazione per ripicca. Nel periodo tra giugno e luglio 2023, la moglie del 52enne aveva presentato 5 denunce a suo carico. Esasperata, si era poi rivolta alla polizia che diede immediatamente il via alle indagini e, coordinati dal pubblico ministero Vittoria Petronella, in breve tempo raccolse gli elementi necessari per incastrare l’uomo.
Tantissimi gli episodi descritti nei fascicoli della Procura: dalle aggressioni verbali per motivi di gelosia, al costante e ossessivo controllo degli spostamenti della donna, fino ai divieti di incontrarsi con le amiche «in un’occasione spingendola violentemente e facendola cadere per terra» e «in un’altra occasione, strattonandola con così tanta violenza da farle perdere il controllo del passeggino e facendo cadere il figlio che sbatteva la testa per terra» e «a volte spegnendo tutte le luci in camera da letto e facendosi trovare in piedi al suo fianco, oppure camminando in casa con una busta della spesa vuota tra le mani come a fare intendere che volesse mettergliela in testa e soffocarla».
Un inferno nel quale i figli della coppia non soltanto erano testimoni impotenti, ma spesso anche protagonisti della furia dell’uomo: ascoltati dagli inquirenti, i ragazzi confermarono lo stato di sofferenza loro e della madre.
Il 52enne, ottenendo una riduzione della pena grazie ai suoi legali, resterà in carcere per altri 3 anni (con interdizione dai pubblici uffici temporanea di 5 anni) pagando le spese processuali, come deciso dalla Corte d’Appello di Lecce.