Dopo la sparatoria

Taranto, far west a Tramontone: c’è un secondo fermo

Francesco Casula

Il 39enne Alessandro Nuzzo si è consegnato nel pomeriggio di ieri. Nelle scorse ore un uomo si è presentato in Questura mostrando il foro di un proiettile nella sua auto

TARANTO - Si è costituito nel pomeriggio di ieri Alessandro Nuzzo, 39enne coinvolto nel conflitto a fuoco a Tramontone di venerdi pomeriggio contro il 35enne Nico Salamina, già fermato dagli investigatori della Squadra mobile con le accuse di porto abusivo di armi e tentato omicidio. Accompagnato dal suo legale, Lorenzo Pulito e Marino Galeandro, Nuzzo, si è presentato negli uffici della Questura prima di essere trasferito nel carcere ionico: da giorni i poliziotti avevano ormai chiarito le sue responsabilità nella vicenda ed erano sulle sue tracce. Il 39enne quindi, ormai braccato, non ha potuto fare altro che consegnarsi alla giustizia. Anche Nuzzo deve rispondere di tentato omicidio e porto abusivo di armi per aver risposto al fuoco contro Salamina.

Tutto è cominciato intorno alle 18 del 14 giugno quando, secondo le ricostruzioni degli investigatori, diretti dal vice questore Luigi Vessio e coordinati dal pubblico ministero Salvatore Colella, Nuzzo è entrato nella stazione di servizio in via Mediterraneo e ha ordinato da bere. Poco dopo nel piazzale sono arrivati due scooter e a bordo di uno di questi c'era Nico Salamina. Accortosi della presenza dei due motocicli, Nuzzo è uscito dal bar e ha urlato qualcosa dando il via alla pioggia di proiettili. È stato Salamina il primo a sparare e Nuzzo ha trovato riparo dietro una fioriera e di lì ha poi premuto a sua volta il grilletto verso i suoi avversari. Fortunatamente, nonostante la presenza di numerose auto, passanti e automobilisti che facevano benzina, nessuno è rimasto ferito. Nelle scorse ore, però, un uomo si è presentato in Questura per mostrare agli agenti il foro di un proiettile sul lato passeggeri: in quei frangenti, ha confermato l'uomo, era nella stazione di servizio per fare rifornimento e solo per miracolo quel proiettile non è entrato nell'abitacolo.

Dopo il far west, inoltre, Nuzzo è tornato all’interno del bar chiedendo ai lavoratori di contattare il titolare affinché cancellasse le immagini delle telecamere di video sorveglianza. Un’operazione che tuttavia stava portando via diverso tempo e così, per paura che arrivassero le forze dell’ordine, ha scelto di rimettersi a bordo della sua moto e dileguarsi. I poliziotti sono arrivati poco e proprio grazie alle immagini sono riusciti a ricostruire in tempi record la vicenda.

Intanto ieri mattina, il gip Francesco Maccagnano ha convalidato il fermo di Salamina, difeso dagli avvocati Andrea MAggio e Andrea Silvestri, e confermato nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Nelle 28 pagine dell'ordinanza, il giudice ha spiegato la scelta delle detenzione in cella a causa dei «numerosi gravi precedenti giudiziari», della «carenza di auto controllo» evidenziata dal suo atteggiamento e dallo «spirito vendicativo». Sarebbe infatti una vendetta la causa dell'agguato compiuto da Salamina: nel 2020, infatti, era stato Nuzzo a sparare e colpire il 37enne per punire uno sgarro di natura sentimentale. E così a distanza di anni sarebbe stato portato a termine l'atto vendicativo. Ora entrambi sono detenuti in carcere: Nuzzo, però, nelle prossime ore dovrà comparire dinanzi al giudice per l'interrogatorio di convalida. In quella sede dovrà decidere se avvalersi della facoltà di non rispondere oppure fornire la sua versione dei fatti.

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