Il convegno

Taranto, decarbonizzazione ex Ilva: disponibile un miliardo di euro

Maristella Massari

Confermato lo stanziamento per realizzare l’impianto per il pre-ridotto. I parlamentari Iaia e Zullo: «Mantenuti gli impegni del governo»

TARANTO - I soldi per la decarbonizzazione dell’ex Ilva ci sono, i progetti pure. Ma prima va messa in sicurezza la produzione, sbloccando il prestito ponte da 320 milioni di euro messi a disposizione dal governo. Sono molte le notizie emerse dal convegno organizzato da Confapi Puglia (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) sul tema «Sostenibilità Ambientale: Fondi Pnrr, Energie Rinnovabili e Decarbonizzazione dell’ex Ilva», svoltosi ieri al Circolo Ufficiali della Marina Militare.

L’obiettivo dell’incontro era quello di avere un momento di confronto tra istituzioni, nazionali e locali, e imprese, con l’organizzazione di due tavoli di lavoro su altrettanti contenuti: il contributo del Pnrr per il sostegno alla diffusione delle energie rinnovabili; il piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva.

L’evento ha costituito, inoltre, l’occasione per condividere l’attività politica nazionale sui temi della sostenibilità ambientale illustrando lo stato attuale dei lavori parlamentari e mettendo in luce alcune best practice al livello locale.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso in un messaggio letto dal moderatore Mimmo Mazza, direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, ha detto che «Taranto, con la sua storia, la sua cultura e il suo spirito, si trova al centro di una sfida che è al tempo stesso una grande opportunità: quella della transizione verso un modello di sviluppo sostenibile in grado di conciliare le esigenze produttive con la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini». Secondo il ministro «la questione dell'ex Ilva è l’emblema di tale sfida e su questo il Governo è impegnato in modo particolare perché riusciamo a conciliare gli aspetti economici, l'impatto ambientale e le ripercussioni sulla salute pubblica. Oggi, a differenza del passato, abbiamo gli strumenti e le risorse per cambiare rotta, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alla volontà ferma del Governo di procedere con un rilancio che ponga al centro la sostenibilità produttiva e green, realizzando un efficace progetto di decarbonizzazione. Vogliamo trasformare questa grande area industriale in un modello di produzione all'avanguardia, che riduca drasticamente le emissioni nocive e utilizzi tecnologie pulite e innovative. La decarbonizzazione dell'ex Ilva non sarà solo un intervento di bonifica, ma un esempio concreto di come l'industria pesante possa evolvere in armonia con l'ambiente che la circonda. Inoltre, investiremo nelle energie rinnovabili: Taranto e la sua provincia - ha sostenuto Urso - hanno un potenziale enorme per lo sviluppo di energia solare, eolica e delle maree. Investire in queste tecnologie significa non solo ridurre la dipendenza da fonti fossili, ma anche creare nuove opportunità di lavoro e formazione per i giovani e per chi opera nel settore. Ma l'impegno per la sostenibilità va oltre la questione energetica. Significa anche promuovere l'agricoltura sostenibile, proteggere la biodiversità marina e costiera, e valorizzare il patrimonio culturale attraverso il turismo eco-sostenibile. In questo percorso, il dialogo e la collaborazione tra il Governo, le istituzioni locali, le imprese e i cittadini saranno essenziali. Ogni voce deve essere ascoltata, ogni proposta valutata, per costruire insieme il futuro di Taranto e dimostrare che un altro modello di sviluppo è possibile».

L’impegno del Governo per la vertenza Taranto è stato ribadito dal il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto mentre il governatore Michele Emiliano ha sottolineato l’impegno della Regione per l’indotto ex Ilva e per la decarbonizzazione, sollecitando impegni certi al governo in ordine al progetto Dri, la realizzazione di un impianto per la produzione di pre-ridotto. Sul punto certezze in ordine al finanziamento di un miliardo di euro sono giunte da Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di Missione PNRR, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e da Stefano Cao, Amministratore delegato di DRI D’Italia, oltre che dal presidente della IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei Deputati, Salvatore Deidda. «La più grande acciaieria d’Europa deve poter guardare al futuro con positività, tutelando la salute dei Tarantini e tornando a essere un motore di sviluppo industriale per il territorio e per l’Italia intera» ha poi detto Alberto Gusmeroli, Presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo di Montecitorio. «Serve un piano industriale sfidante ed efficace che riporti lo stabilimento ai 6 milioni di tonnellate di acciaio annue. I fondi del PNRR sono strategici per la riqualificazione dello stabilimento, muovendo dagli altiforni alla progressiva adozione di forni ad arco elettrico e alle nuove frontiere dell’Idrogeno. L’ex Ilva ha sempre rappresentato un’occasione di crescita e sviluppo per il Sud: serve rilanciare questa spinta, compenetrando esigenze produttive, ambientali e di salute grazie all’ingegno e alla creatività che da sempre contraddistinguono l’Italia».

I parlamentari di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo e Dario Iaia hanno rassicurato tutti i presenti. «Il Governo Meloni ed il Ministro Raffaele Fitto hanno mantenuto l’impegno che era stato assunto nei confronti di Taranto. Infatti, nel decreto legge n. 19/24 è stato appostato - ha in particolare sottolineato l’on. Iaia - il miliardo di euro per la per la decarbonizzazione e l’idrogeno già previsto nel Pnrr. Già in aula a Montecitorio, in occasione della dichiarazione di voto sul Dl “Ex Ilva”, avevo evidenziato che il Governo aveva mantenuto le promesse riappostando le risorse per la decarbonizzazione per Taranto. Questo dato oggettivo, contestato ancora da esponenti del centro sinistra non aggiornati, è stato confermato anche dal dr. Penna direttore del Mase e dal dr. Stefano Cao amministratore di “Dri Italia”. Come al solito, i fatti smentiscono le cassandre ed i profeti di sventura. Il Ministro Fitto lo aveva anticipato ed abbondantemente spiegato che non avrebbe avuto senso conservare quella somma sul PNRR che i tempi di realizzazione dell’impianto, in relazione ai tempi di rendicontazione del Piano non ci avrebbero consentito di utilizzare le risorse e di realizzare gli investimenti a Taranto. Adesso il progetto per il preridotto per lo stabilimento di Taranto che avrà una capacità produttiva di 2,5 milioni di tonnellate l’anno sarà realtà è non c’è più il rischio che tali somme possano essere distratte».

«La scommessa sull’ex Ilva - ha concluso Carlo Martino, presidente di Confapi Puglia - è complessa ma le nostre imprese, dopo mesi tribolati, sono pronte a fare la loro parte». 

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