la crisi dell’acciaio
Indotto ex Ilva, nuovo vertice a Roma
Per la vertenza del siderurgico al tavolo i ministri Urso e Fitto, Sace e la governance di Acciaierie d'Italia
BARI - Mentre oggi in Senato torna l’esame del decreto ex Ilva, si torna a cercare soluzione per l’indotto di Taranto. Secondo fonti vicine al dossier che la «Gazzetta» ha potuto consultare, ieri si è tenuto un nuovo vertice dopo quello della scorsa settimana tra Sace e i commissari di Acciaierie d’Italia. L’incontro, a cui hanno preso parte i ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto, con i tecnici del Mimit, Sace e l’azienda, si è reso necessario in considerazione dell’intervenuta nomina dei commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e della mutata governance, allo scopo di trovare soluzioni che consentano la continuità aziendale, salvaguardando anche le ragioni dei creditori dell’acciaieria. Il confronto, la scorsa settimana, non si era chiuso bene. Aveva incontrato difficoltà soprattutto per l’accesso ai dati relativi ai crediti dell’indotto.
Con la struttura commissariale di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ormai al completo e in piena operatività, anche Aigi ha ripreso le interlocuzioni con il governo e i suoi tecnici al fine trovare un’intesa che possa traguardare la ripresa produttiva dello stabilimento siderurgico passando assolutamente dal ristoro dei crediti dell’indotto.
Per Fabio Greco, presidente di Aigi, associazione a cui aderisce l’80 per cento delle imprese dell’indotto ex Ilva, «le interlocuzioni procedono su un doppio binario, da un lato con la struttura commissariale in attesa di un nuovo incontro al fine di addivenire alla certificazione dei crediti, dall’altro con il gruppo assicurativo finanziario Sace e il ministero delle Imprese e made in Italy».
Nei prossimi giorni, spiega Greco, «è previsto un nuovo vertice con Sace, istituti bancari e banca Ifis. Per il gruppo bancario controllato dal Mimit la presenza di Giovanni Fiori nella terna commissariale, esperto di corporate governance e internal auditing, rappresenta una garanzia nel perimetro della ricerca di soluzioni efficaci».
Secondo il presidente di Aigi «da parte del governo e della struttura commissariale c'è la piena disponibilità a trovare una soluzione che debba essere dirimente per il salvataggio dell’indotto. Inoltre, l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia è stata messa nelle condizioni di andare oltre la normativa applicabile a condizione che venga garantita la continuità aziendale. Per questo Aigi ha chiesto la sottoscrizione di un apposito protocollo d’intesa».
Intanto Casartigiani minaccia nuovi blocchi stradali. «Se entro oggi (mercoledì 6 marzo) anche Casartigiani non venisse convocata dai commissari di Acciaierie d’Italia, Quaranta, Fiori e Tabarelli, saremo costretti a riprendere i presidi dinanzi a tutte le portinerie del siderurgico. Casartigiani - si legge in una nota -, non comprende le ragioni del mancato confronto, a differenza di altre associazioni di categoria convocate nelle ultime ore. Ci preme, inoltre, sottolineare l’importanza di addivenire alla sottoscrizione di accordi unitari relativi alla fornitura di servizi di autotrasporto, che possano garantire equità nei rapporti e scongiurare fenomeni di distorsione tra le imprese coinvolte». Casartigiani Taranto evidenzia anche la «necessità di analizzare la vertenza dell’autotrasporto separatamente da quella dell’indotto per via delle peculiarità del settore». L’associazione ricorda di aver già avanzato una serie di proposte, tra cui la sospensione di «imposte, tributi e contribuzioni fiscali e previdenziale alle imprese coinvolte, per garantire alle stesse la regolarità contributiva (Durc)», una «moratoria dei debiti fiscali e contributivi» o il «blocco della riscossione forzata delle cartelle» e le «modifiche delle norme relative al codice della crisi ampliando dei poteri dei commissari sul pagamento dei crediti delle aziende prededucibili».