Sanità e lavoro

Taranto, nuovo corso della Cittadella della carità con Soave e Neuromed

Cosimo Lanzo

Nei verbali le mosse per mettere al riparo la fondazione dai debiti: : cessione di crediti, nuovi partner e anche un intervento della Cei

TARANTO - Il management della Cittadella della carità prova a restare in sella. Neuromed, il nuovo gruppo del settore sanitario individuato dal vescovo di Taranto Ciro Miniero per salvare la struttura fondata da monsignor Gugliemo Motolese, gestirà la Cittadella attraverso la maggioranza nella «Soave Sanità srl», società nata durante il mandato del presidente e dg Salvatore Sibilla che ora però prova a mantenerla in vita il management anche per il nuovo corso della Cittadella. Amministratore unico della Soave, infatti, è Luigi Gianciotta, membro attuale del cda, e i soci fondatori sono Luigi Gabellone e Giuseppe Galeone, quest’ultimo legale della Cittadella. Dai verbali dei consigli d’amministrazione venuti in nostro possesso emerge inoltre come la volontà di mettere al riparo la Cittadella con la nascita della nuova società fosse concordata con la Curia già nella riunione del 30 marzo scorso, in cui si legge che il contratto proposto tra Cittadella e Soave «assicura la protezione della Fondazione dai numerosi pignoramenti che la attingono, nonché da probabili, anzi certe, istanze di fallimento, che sarà mantenuta la stessa forza lavoro nonché la continuità della mission della Fondazione».

Per spiegare la nascita di questa sorta di NewCo, però, bisogna fare un passo indietro.

Nel 2019 il San Raffaele di Milano, ormai ex partner della Cittadella, lascia debiti per svariati milioni di euro e dai verbali si rileva che anche l’Erario reclama 2,49 milioni di euro per Irpef non pagata. Inoltre il Covid ha indebolito i conti e in quelle riunione Sibilla ammette che per una iniezione di capitali a fondo perduto è dovuta intervenire perfino la Cei. Miniero, presente in ogni cda già da marzo 2023, spiega che la Santa Sede proponeva una soluzione che avrebbe messo «la proprietà a rischio e una netta riduzione del personale». E così in questa situazione di collasso il 19 gennaio 2023, spunta la soluzione spartiacque. La Fondazione della Cittadella della Carità stipula un contratto di cessione dei crediti che vanta nei confronti dell’Asl di Taranto con la «Margot Spe srl», società veicolo con sede a Milano e controllata da un fondo schermato del Lussemburgo, per un’operazione di cartolarizzazione che garantisce l’anticipo sulle fatture, ovvero reperire liquidità. L’operazione ovviamente non è a titolo gratuito: dal contratto si legge che Cittadella cede 2,37 milioni di euro di crediti e in cambio corrisponde all’intermediario, la «Maxima srl», lo 0,70 per cento del totale, poco più di 16mila euro. Questa operazione consente ai vertici della fondazione di gestire l’ordinaria amministrazione ed eliminare l’ipotesi del concordato preventivo dalle soluzioni sul tavolo. Il 26 giugno il presidente Sibilla informa il vescovo Santoro che in caso di «concordato con fitto di ramo d’azienda» la società Margot Spe srl non avrebbe garantito più l’anticipo delle fatture «determinando l’impossibilità del pagamento di stipendi e fornitori». Così Sibilla propone di eliminare l’ipotesi del concordato, approvare un «piano di risanamento» e procedere al fitto di ramo d’azienda alla Soave. L’ex vescovo Santoro avverte che «non hanno alternative» e nel cda votano tutti a favore, tranne Angelo Bozzetto. Il vicepresidente si astiene e richiede un piano industriale «affidabile e serio», aggiungendo che il canone da 30mila imposto alla nuova società euro al mese «non è in grado di ricompensare il pagamento dei debiti».

Passano meno di due mesi e il 10 agosto viene stipulato il contratto di fitto con la Soave per la Casa di Cura e il poliambulatorio, con un canone però ridotto a 12mila e 500 euro al mese (15mila il primo anno), più un eventuale 25% in caso di utile d’esercizio. Il tutto per una durata di 12 anni, più altri 12 opzionali. La nuova gestione doveva avviarsi l’1 ottobre scorso, ma Miniero ha preso tempo valutando anche altre due proposte in campo.

La decisione definitiva è giunta domenica: il nuovo partner sarà l’Istituto neurologico del Mediterraneo Neuromed che acquisirà le quote di maggioranza della Soave. Per la Cittadella comincia quindi una nuova storia, ma il passato non è ancora cancellato.

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