Convalidato il fermo

Manduria, restano in carcere i tre giovani accusati di aver ucciso il 21enne trovato morto sotto viadotto

Francesco Casula

L'omicidio per un debito di droga, la magistratura parla di azione spietata ed emblematica del contesto mafioso in cui è maturato il crimine

MANDURIA - Resteranno in carcere i tre giovani di Manduria fermati con l’accusa di essere gli autori dell’omicidio di Natale Naser Bahtijari, il 21enne trovato morto nelle campagne di Manduria nella notte tra il 22 e il 23 febbraio scorso. Il gip di Taranto Alessandra Rita Romano ha convalidato l’arresto dei tre e confermato la custodia cautelare in cella per il 19enne Vincenzo Antonio D’Amicis, il 22enne Domenico D’Oria Palma e Simone Dinoi anch’egli 22enne che nell’interrogatorio di convalida hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Il gip Romano ha confermato in pieno il quadro ricostruito dal pm Milto De Nozza che ha coordinato le indagini della Squadra Mobile di Taranto guidata dal vice questore Cosimo Romano: il magistrato ha parlato di un’azione “spietata” ed “emblematica del contesto francamente mafioso in cui è maturato tale gravissimo crimine”. Il giudice ha inoltre evidenziato la caratura criminale già raggiunta dal D’amicis, nipote dello storico boss Vincenzo Stranieri: a soli 19 anni ha “massacrato” un 21enne a coltellate “per avere osato di pretendere la riscossione di denaro” di una partita di droga e per di più “nel territorio ove la famiglia Stranieri esercita da sempre la propria influenza criminale”.

Privacy Policy Cookie Policy