sicurezza
Ex Ilva di Taranto: «Occorre intervenire, la fabbrica è al collasso»
Lettera della Uilm alla dirigenza di Acciaierie d’Italia e allo Spesal dell’Asl per denunciare le « gravi condizioni dei lavoratori all’interno dello stabilimento».
TARANTO - Una lettera per sottolineare la mancanza di adeguate condizioni di sicurezza per gli operai. Le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) della Uilm hanno scritto alla dirigenza di Acciaierie d’Italia e allo Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Asl per denunciare «un insieme di gravi condizioni alle quali sono sottoposti i lavoratori sul proprio posto di lavoro all’interno dello stabilimento». Situazioni, aggiungono, «segnalate dalla Uilm ma delle quali ai tavoli istituzionali si cerca di parlare sempre meno per tentare di distrarre l’opinione pubblica con fantomatici progetti di riconversione industriale mentre lo stabilimento AdI di Taranto è totalmente al collasso».
Secondo i delegati sindacali «la quotidianità è fatta di gravi preoccupazioni e disagi come la mancanza di materie prime fondamentali per la marcia degli impianti, l’assenza di ricambi, di Dpi (Dispositivi di protezione individuale) per la salvaguardia delle vite umane che operano sui reparti, la mancanza addirittura di carta asciugamani, di carta igienica, di acqua calda negli spogliatoi e di tanto altro».
L’azienda inoltre «continua ad abusare della cigs - affermano i rappresentanti della Uilm - usata come bancomat sulla pelle dei lavoratori, così come denunciato alle autorità competenti. Come se non bastasse, allo smontare dal proprio turno i lavoratori sono costretti a raggiungere gli spogliatoi e portinerie di appartenenza a piedi o con passaggi di fortuna a causa dell’assenza di mezzi di trasporto interni». «La transizione ecologica - concludono - ha sicuramente un costo, ma se qualcuno pensa che tale costo debba essere scaricato sui lavoratori troverà la nostra ferma determinata e irremovibile opposizione».