Città

Porto di Taranto, gli appetiti della Vestas

Giacomo Rizzo

Piattaforma logistica, attesa la svolta a oltre 7 anni dall’inaugurazione

Il 2023 potrebbe essere l’anno della svolta per la piattaforma logistica del porto di Taranto, inaugurata il 2 dicembre del 2015 alla presenza dell’allora ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Un progetto presentato all’Authority addirittura nel 2002. Il finanziamento complessivo ammonta a 220 milioni di euro, di cui 37 a capitale privato. L’obiettivo è quello di garantire transhipment e logistica. Grazie a collegamenti diretti con la rete ferroviaria e stradale nazionale, la piattaforma potrà consentire un interscambio tra le diverse modalità di trasporto (strada, ferro, mare), incrementando la funzione di hub logistico intermodale del porto di Taranto. L’intero compendio, la cui estensione è di 132.171 metri quadri, confina a Nord con la linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria. L’opera, realizzata dalla società Taranto Logistica, è stata poi rilevata e messa sul mercato dall’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio. Sono due le domande di insediamento per la piattaforma logistica che è ricompresa nel perimetro della Zes Ionica (Zona economica speciale): una è stata presentata a novembre da parte delle società Progetto Internazionale 39, l’altra pochi giorni fa dalla Vestas. «Il regolamento – spiega alla Gazzetta il presidente dell’Autorità di sistema portuale Sergio Prete – prevede che ora l’istanza di Vestas venga pubblicata per un periodo di 20 giorni (il termine ha iniziato a decorrere da ieri con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, ndr) per eventuali osservazioni o opposizioni. Se ne ve ne saranno, sarà nominata una commissione che effettuerà la comparazione tra le due istanze». Gli elementi della comparazione, aggiunge Prete, «sono indicati nell’allegato 1 del regolamento Zes dell’Autorità di sistema portuale e attengono sostanzialmente alla tipologia di insediamento, al valore dell’investimento, all’incremento dei traffici, ai dati occupazionali, alla affidabilità del soggetto proponente. Tutta una serie di criteri che la commissione dovrà valutare per dare un giudizio complessivo su quale ritiene la domanda maggiormente rispondente agli interessi pubblici dello sviluppo dei traffici portuali e dell’utilizzazione della piattaforma logistica. Una volta individuato il soggetto vincitore, sarà invitato a presentare tutta la documentazione allo Sportello unico amministrativo Zes per l’avvio della conferenza dei servizi che, nel termine di 45 giorni, dovrebbe rilasciare l’autorizzazione unica,comprensiva anche della concessione demaniale per la gestione della piattaforma». Tutte e due le istanze prevedono un termine di utilizzo di 10 anni.

La società “Progetto Internazionale 39 intende occuparsi di «movimentazione e stoccaggio di merci e containers ed attività di ricerca e sviluppo nei settori dell’energia e delle scienze della vita». Vestas punta invece ad attività di stoccaggio e trasporto di prodotti finiti, semilavorati e materie prime relativamente al ciclo produttivo delle pale eoliche. L’intenzione sarebbe quella di produrre proprio a Taranto, a partire da settembre, la nuova pala eolica V236, la più grande al mondo, del diametro di 236 metri totali. Un progetto che porterebbe anche all’assunzione di ulteriori unità lavorative da parte dell’azienda, che a Taranto ha un organico intorno alle 1.295 unità: 850 alla Vestas Blades, che si occupa della parte produttiva, e 445 alla Vestas Italia, che cura quella commerciale e le manutenzioni. C’è chi ipotizza che la Vestas possa avere un ruolo anche nell’«attivazione dei campi eolici floating» (galleggianti) di cui si parla nell’ultimo decreto che riguarda l’ex Ilva.

La piattaforma logistica, ha precisato il presidente dell’Authority, «ha un’importanza essenziale perché rappresenta un hub logistico e intermodale che potrà consentire di sviluppare i traffici in import-export delle merci dal porto di Taranto. Non solo la normativa Zes è interessante, ma soprattutto perché la piattaforma ricade nella zona franca doganale del porto. Quindi può esserci anche un utilizzo di questo strumento utile a queste attività». Inoltre, «avendo il raccordo ferroviario interno, la piattaforma può rappresentare un punto logistico intermodale con collegamento non solo marittimo ma con l’entroterra e con ulteriori infrastrutture trasportistiche nazionali e comunitarie, creando così – conclude Prete - l’asse nord-sud per l’importazione o l’esportazione delle merci dal porto di Taranto».

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