Il caso

Taranto, condannato per abusi sessuali chiede aiuto al Centro ascolto maltrattanti

Redazione online

L'uomo è tarantino ma sta scontando la sua pena nel carcere di Altamura. Dovrebbe uscire di prigione nel 2025

TARANTO - È di un uomo condannato per abusi sessuali, originario del Tarantino e attualmente detenuto nella casa di reclusione di Altamura (Bari), la prima richiesta di ascolto per un percorso di recupero giunta al Cam (Centro Ascolto Maltrattanti) di Taranto, uno dei sei pugliesi e l’unico facente capo a un ente pubblico, ossia l’Azienda sanitaria locale. Una struttura per l’ascolto, l’accoglienza, il trattamento e il recupero degli uomini autori di violenza e potenziali tali. Nel Centro opera un’equipe multidisciplinare che, in caso di accoglimento della richiesta, predispone per ogni soggetto un percorso trattamentale personale.

A tale scopo è stato recentemente sottoscritto un protocollo di intesa relativo agli interventi per la prevenzione dei fenomeni di violenza di genere e il recupero degli uomini autori di maltrattamenti dal direttore generale dell’Asl di Taranto, Vito Gregorio Colacicco, dal presidente facente funzioni del Tribunale per i Minorenni, Ciro Fiore, e dalla Procuratrice della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, Pina Montanaro.

La collaborazione avviata tra le istituzioni interessate nasce dall’esigenza di potenziare gli interventi di carattere preventivo e trattamentale per uomini già autori di violenza o potenziali tali. L’obiettivo di tali interventi è quello di sostenere e divulgare comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali, anche al fine di prevenire la recidiva. A quanto si è appreso, il detenuto che si è rivolto al Cam di Taranto chiedendo di sottoporsi a terapia sta scontando una condanna definitiva con fine pena previsto nell’agosto 2025. 

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