Il caso
Un consigliere comunale in Aqp: la nomina del tarantino Lonoce divide anche la maggioranza
La Lega attacca: «È un regolamento di conti»
BARI - Il consigliere comunale tarantino Lucio Lonoce è stato designato nel cda di Acquedotto Pugliese. Lo ha deciso la giunta, confermando quanto ieri ha anticipato la «Gazzetta» e dando il via a una lite che ha spaccato anche la stessa maggioranza.
Lonoce, presidente del Consiglio comunale uscente in quota Pd, ha dovuto rinunciare alla riconferma per fare spazio a un esponente di Con, la lista del presidente Emiliano che ha sostenuto la ricandidatura del sindaco Rinaldo Melucci. Il suo ingresso nel cda di Aqp, che avviene in sostituzione dell’ex assessore regionale Totò Ruggieri (finito ai domiciliari) è dunque una sorta di risarcimento politico. «L’Acquedotto pugliese e il suo cda servono per dare acqua e fogna - attacca il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd) - e non per regolare conti politici. La nomina di Lonoce risulta pertanto del tutto impropria. È ora di smettere di usare questo sistema di cooptazioni in enti e società pubbliche per esigenze politiciste». «È giusto che Taranto sia rappresentata nel cda dell’Acquedotto - gli ha risposto a stretto giro il collega Michele Mazzarano -. La società non ha bisogno di avvocati d’ufficio». «Smettiamola - è la controreplica di Amati - di giustificare una lottizzazione indegna che nel caso di Aqp pensavamo superata».
L’opposizione ovviamente ci va a nozze. «Emiliano - dice il capogruppo regionale della Lega, Giacomo Conserva - continua a utilizzare le istituzioni per sistemare e ricucire i conti politici all’interno del Pd ionico». Giusto pochi giorni fa la Lega ha presentato una proposta di legge regionale per la meritocrazia nelle nomine, e definisce «un vero e proprio regolamento di conti» la scelta di Lonoce. «Dopo oltre 4 mesi dalla sospensione di Ruggieri - attacca il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola - Michele Emiliano ha partorito il “topolino” Lucio Lonoce. È evidente che questa “poltrona” è rimasta libera fino a quando non è servita per risarcire qualche fedelissimo che non è stato possibile sistemare altrove. Non sappiamo se Lonoce potrà essere un ottimo amministratore della società idrica più importante a livello europeo, sappiamo però che ha un ottimo curriculum politico all’interno del Pd. E non siamo meravigliati: Emiliano ha trasformato la Puglia in un poltronificio, ogni nomina ha una connotazione politica e serve ad accrescere o mantenere consenso».
Nella polemica interviene anche Antonella Laricchia (M5S). «Non si può più andare avanti così», dice riferendosi alla scelta di un consigliere comunale per l’Acquedotto, e annuncia di aver «nuovamente depositato la proposta di legge per liberare questi incarichi dalle ingerenze politiche. Nella scorsa legislatura era stata approvata in Seconda commissione dopo numerosi tentativi di affossarla, ma non è mai arrivata in aula. Questa volta chiedo che sia calendarizzata in commissione nel più breve tempo possibile, in modo da poter essere esaminata in Consiglio in tempo utile».