i nodi dell'acciaio
Ex Ilva, sit-in all’Ispettorato del lavoro: «Gestione della fabbrica fallimentare»
Manifestazione di protesta dell’Usb. «Rischi per la sicurezza, eccesso di cig e clima intimidatorio»
TARANTO - Presidio dei lavoratori di Acciaierie d’Italia oggi, dalle 9 alle 13, davanti alla sede dell’Ispettorato del Lavoro. L’iniziativa di protesta è organizzata dall’Usb per denunciare le «moltissime mancanze dell’attuale gestione dello stabilimento siderurgico». Tra le problematiche evidenziate: «le assenti manutenzioni degli impianti che aumentano il rischio di incidenti, tutto il capitolo del ricorso eccessivo alla cassa integrazione ed in particolare quella che è diventata una cattivissima abitudine dell’azienda di trasformare ferie e permessi già concessi in ore di cassa integrazione, le condizioni igieniche assolutamente precarie, il clima pesantissimo che si respira nella fabbrica al punto - sostiene l’Usb - da non poter neanche esprimere un’opinione senza poi aspettarsi ripercussioni anche serie». Di fronte «a questo stato di cose - attacca l’organizzazione sindacale - ormai incancrenito, non possiamo rimanere immobili e, come sempre, scegliamo di essere accanto ai lavoratori che però sono chiamati ad intervenire in prima persona per chiedere a gran voce il rispetto del proprio lavoro e di un trattamento dignitoso».
Da un momento all’altro potrebbe deflagrare intanto la vertenza dell’indotto. I sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm e delle categorie edili, turismo-commercio e trasporti multiservizi Cgil, Cisl e Uil di Taranto hanno già denunciato una situazione giudicata insostenibile, manifestando la volontà di organizzare una «grande mobilitazione». Le organizzazioni sindacali paventano «un vero e proprio corto circuito di uno degli anelli più deboli del sistema, rappresentato dagli appalti e dall’indotto. La terribile condizione di sofferenza rischia di far deflagrare una bomba sociale senza precedenti». Oltre «al problema primario della sicurezza - spiegano - in quanto gli impianti sono in uno stato comatoso, le risorse sempre più esigue potrebbero portare al rischio concreto di ulteriori ritardi e mancati pagamenti alle aziende dell’appalto e dell’indotto con riflessi pesantissimi sui lavoratori e sulle aziende. Sicurezza, garanzia occupazionale e certezza delle retribuzioni non sono questioni che possono essere negoziate in ragione dell’irresponsabilità, tanto da parte del Governo che aziendale».