ambiente

«Taranto, da rivedere i controlli sulle emissioni dell'ex Ilva»

Redazione online

L'europarlamentare Rosa D’Amato (Greens) interviene su criticità segnalate dall’Arpa

TARANTO - «Non basta il controllo Arpa sul monitoraggio delle emissioni dello stabilimento siderurgico di Taranto. Le altre istituzioni dove sono?». Lo chiede l'eurodeputata tarantina Rosa D’Amato (Greens) commentando la note inviata da Arpa Puglia ad Ispra, Ministero per la Transizione Ecologica, Acciaierie d’Italia e Commissari di Ilva in As in cui evidenzia alcune criticità nel monitoraggio delle emissioni dopo la riunione dell’Osservatorio permanente per l’ex Ilva del 14 dicembre scorso.

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale nella missiva si sofferma sui cosiddetti "periodi transitori» dello stabilimento siderurgico tarantino, che furono anche oggetto di un esposto di D’Amato. I periodi transitori rappresentano «l'arco temporale - spiega l'eurodeputata - nel corso del quale, ad esempio, si registra l'avvio o la fermata di un impianto. Un periodo in cui - secondo la legge - non si applicano i valori limite di emissione. Però, in caso di emissione di particolari sostanze durante il periodo transitorio, l’Aia, Autorizzazione Integrata Ambientale, deve stabilire prescrizioni per consentire la stima delle quantità».

D’Amato fa presente che l’Arpa «sottolinea ancora una volta non solo la enormità dei periodi transitori rispetto alla normale marcia degli impianti (20-25%) ma che il modo di definire i periodi transitori e la modalità di calcolo delle emissioni restituiscono un valore non corretto e sottostimato delle emissioni rilasciate dal camino E312 e torna a chiedere la revisione parziale dell’Aia o dell’istruttoria tecnica». La stessa Arpa segnala incongruenze a proposito della prevenzione delle emissioni diffuse relative alle coperture dei parchi primari fossile e minerale, sui dati dei fanghi d’altoforno e sulla questione delle cosiddette collinette ecologiche a seguito della presentazione di indagini preliminari da parte dei commissari di Ilva in As senza contraddittorio né approvazione in Conferenza di servizi. «Mi chiedo - conclude D’Amato - cosa farebbe lo Stato ad un’altra qualsiasi attività che agisca in questo modo. Dobbiamo sempre arrivare ad un intervento della magistratura per essere tutelati?».

Privacy Policy Cookie Policy