Ambiente

Taranto, la tartaruga centenaria uccisa dalla plastica dei mercantili russi

Maristella Massari

L'esemplare di Caretta caretta rinvenuto sulla spiaggia di Trullo di mare. Nella gola alcune buste con scritte in cirillico

TARANTO - Un grosso sacco di plastica con scritte in cirillico e la bandiera della Federazione Russa. È stato questo a provocare la morte, molto probabilmente per asfissia, di un bellissimo esemplare di «Caretta caretta» nelle acque al largo della costa jonico-salentina. La tartaruga, del peso di 110 chilogrammi e di un’età apparente di oltre un secolo, è stata segnalata sulla spiaggia di «Trullo di mare», località balneare del comune di Torricella dai vigili urbani. E ieri mattina è stata rimossa dal personale della «Carcass», società specializzata nel recupero e nello smaltimento di animali morti. L’impresa grottagliese di Giuseppe Lupo, non è nuova a simili interventi. E proprio per questa ragione, il suo titolare ha voluto denunciare l’accaduto.

«Purtroppo episodi come questo accadono sempre più di frequente. In un solo anno, solo noi di Carcass - spiega Lupo - siamo stati chiamati a rimuovere dalle spiagge tartarughe, delfini e altri animali marini almeno una settantina di volte. Settanta volte in un anno lungo una costa di riferimento di non più di 250 chilometri. Se moltiplichiamo questi numeri per tutta la dimensione delle coste italiane i danni alla fauna marina sono pazzeschi».

È stato Lupo ad accorgersi che la tartaruga aveva qualcosa di strano nella gola. «Di solito questi animali muoiono soffocati dalla plastica perché in mare scambiano i sacchi per cibo e li ingeriscono. Non è la prima volta che troviamo sacchi con scritte in cirillico. Questa in gola aveva due buste con la bandiera tristemente nota in questi giorni per il conflitto con l’Ucraina. Questo significa che i mercantili non rispettano i protocolli ecologici europei evidentemente e buttano tutto in mare. L’anno scorso la stessa morte è toccata ad un bellissimo esemplare di delfino. Lo abbiamo recuperato sulla spiaggia di Campomarino e anche lui aveva in gola un sacco con la bandiera russa. È uno scempio, uno sfregio ulteriore all’ambiente e all’ecosistema marino che non possiamo permetterci. Chi ha il potere di controllare e di intervenire lo faccia. Anche perché - conclude Lupo - quelli che recuperiamo noi sono solo una minima parte degli animali che trovano la morte in questa maniera per mano di chi non si fa scrupolo dell’ambiente».

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